Luca ci racconta dell’ arrivo dell’ ATV-4.
Benvenuto a bordo Albert Einstein! Ancora una volta la navetta dell’Agenzia Spaziale Europea, ammiraglia delle astronavi cargo della flotta dell’ISS, si è comportata perfettamente, giungendo a bordo della Stazione senza intoppi.
I nostri ingegneri europei, che lavorano da tanti anni al progetto ATV (Automated Transfer Vehicle), riescono a far sembrare facile ciò che in realtà è estremamente complesso: un’astronave che porta oltre 7 tonnellate di materiale, gas, acqua, esperimenti, viene immessa in orbita, e dopo aver percorso milioni di chilometri si aggancia in totale autonomia con una precisione di 1 centimetro!
Insieme al collega Russo Alexander “Sasha” Misurkin sono stato responsabile, durante le ultime ore dell’avvicinamento e dell’attracco, del monitoraggio di tutti i sistemi di bordo. Per saperne di più sulla necessità di questo monitoraggio e sulle difficoltà che si possono presentare, vi rimando alla mia entry nel blog della mia classe: Shenanigans09 blog
Qui invece parlerò di quello che ci aspetta a partire da questo momento. Per adesso ATV4 è “parcheggiato” nella parte posteriore della ISS, lì dove è avvenuto l’attracco. È perfettamente stabilizzato, e riceve energia elettrica dalla Stazione per il mantenimento degli strumenti di bordo. Ma dentro, tutte le luci sono ancora spente.
Lunedì mattina, Sasha ed io apriremo per la prima volta il portello di collegamento con la Stazione, e inizierà un lungo lavoro di configurazione. Io sarò il primo a entrare, inizialmente con occhiali di protezione e maschera, per evitare la possibilità che polveri o altri agenti possano recarmi danno. Accenderò per la prima volta le luci, poi con l’aiuto di Alexander installerò un sistema di purificazione dell’atmosfera. Una volta eliminato ogni dubbio di possibili polveri o altri agenti, inizierà il lavoro di spostamento del carico da dentro l’ATV verso la Stazione. Tutti i membri dell’equipaggio saranno impegnati, ma io sarò il responsabile delle operazioni (il cosiddetto Loadmaster). Potrebbe sembrare semplice, ma in realtà esiste una coreografia ben precisa che bisogna seguire alla perfezione: questo perché in qualsiasi momento, per motivi di emergenza, potrebbe essere necessario il distacco di ATV, e in quel caso la distribuzione del materiale deve essere nota. Inoltre, deve essere una configurazione corretta, in modo che il CG (ovvero il centro di applicazione delle forze) della navetta sia lì dove previsto, affinché i calcoli fatti dagli specialisti a terra siano validi.
Ma c’è anche un altro motivo per cui le operazioni si complicano, ed è l’assenza di peso: se da una parte trasportare oggetti anche pesanti non è faticoso come a terra, l’istallazione può invece presentare difficoltà inaspettate. Poiché nulla resta al proprio posto se non vincolato, è molto facile perdere il conto di cosa si è spostato e dove lo si è messo; tutti i contenitori hanno un aspetto simile, e sono riconoscibili solo grazie a un codice alfanumerico, per cui è facile confonderli; infine, è vero che sulla ISS siamo in assenza di peso ma, come spiegavo in un’altra entry, la nostra massa è sempre con noi, e quando ci aggiungiamo la massa di altri oggetti, a volte voluminosi, tutti i problemi si accentuano (non oso immaginare cosa succederebbe se perdessi il controllo…).
Naturalmente i miei colleghi e io ce la metteremo tutta, e siamo ansiosi di iniziare a lavorare: a parte gli esperimenti, l’ossigeno e l’acqua, a bordo vi è anche vestiario personale e cibo, fra cui naturalmente farà la parte da regina la speciale arte culinaria della cucina italiana. E per far lavorare tutti “presto e bene”, niente di meglio che la promessa di una cena tutta a base italiana offerta, naturalmente, dalle scorte dello scrivente.
Discussion: 6 comments
Where can I find an explanation of the significance of your ‘mass always being with you’ in weightlessness? (Missed your previous entry)
I suppose it means while weight is gone, momentum is still there, and thus it’s harder to control massive objects. The water pump, for example, may be weightless, but its mass is still 90kg, and if you were to fling it around the Station, stopping it would require quite some force.
In the photo i have read “lasagne”… i suppose you will eat italian food! Enjoy your meal!
Nella foto ho letto lasagne… suppongo che mangerai cibo italiano! Buon appetito!
I’ll wish you a good italian dinner!!
Thanks for your work on board the ISS..The world entire will be thankful to you ..I suppose that the weightlessness is so fascinating but probbaly not so easy!! Ciao
ma quelle… sono le lasagne di Scabin??? poi ci dirai se sono davvero da chef Stellato!!! slurp!!!
Ciao Luca! Non so se dirti buongiorno o buonasera (dipende che da parte la ISS sta orbitando in questo momento…).
Approfitto del Tuo blog per girarti una lettera di una lettrice del mensile “Le Stelle”, che ci ha chiesto se era possibile fartela pervenire; è arrivata in redazione, e me l’ ha girata Piero Bianucci, che ne è consulente editoriale.
Un caro saluto da Torino (dove di tanto in tanto vi vediamo transitare…meteo permettendo…).
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Saluto tutta la Redazione e premetto che per me leggere “le Stelle” è un po’ come essere fra amici quando si ha voglia di un certo tipo di conversazione che non sempre, o quasi mai, si ha la possibilità di avere, almeno per quanto mi riguarda.
Vorrei che queste mie parole arrivassero all’astronauta Luca Parmitano, che adesso ci guarda effettivamente da lassù, dove orbita la Stazione spaziale internazionale.
Innanzi tutto desidero fargli sapere che è nei miei pensieri, così come le altre persone che sono con lui, veri e propri eroi al servizio dell’umanità.
Ormai, grazie ai voli spaziali, tutti sappiamo come appare la Terra vista da fuori, e infatti quando guardo il cielo mi sento parte di esso e di un unico mondo, così piccolo e indifeso, e immerso nell’ignoto.
Vorrei conoscere le sensazioni che prova nell’osservarci dalla sua piccola postazione in orbita, se ha la tentazione di volerla abbandonare – dato che deve resistere lassù per sei mesi – e tornare fra noi, oppure si sente tranquillo, assorbito dai molteplici compiti che gli sono stati assegnati.
Una cosa secondo me è certa, e cioè che la vita non è qualcosa di soprannaturale ma fa parte di un gioco crudele, come conseguenza di situazioni che sono venute a crearsi, potremmo dire, casualmente. E questo gioco lo chiamiamo Esistenza.
L’uomo farebbe meglio a ridimensionarsi, tenendo presente la sua insignificanza, o meglio mostrandosi grato, quantomeno, alla fortuna che avuto nell’essere messo in gioco.
Potrei prolungarmi in questo discorso, ma in se così facessi parlerei dei miei pensieri e non di quelli che Parmitano e altri hanno effettivamente (o che devono avere “per contratto” facendo il loro lavoro di astronauti. In ogni modo invio un mio “in bocca al lupo”, augurando loro che possano tornare soddisfatti e contenti per la loro impresa su questa nostra misera Terra.
Vorrei ora rivolgere un quesito (chiedendo anticipatamente scusa della mia innocente ingenuità). E’ un quesito che mi si ingarbuglia nel cervello ogniqualvolta tento di districarlo. Eccolo: se possiamo andare indietro nel tempo raggiungendo quasi il punto di partenza dell’universo, perché nello stesso modo non possiamo andare avanti a sbirciare nell’avvenire? Siamo NOI attualmente il punto di arrivo? O forse tutto quello che ho detto finora è da rivedere?
Umilmente,
Roberta da Pescara
Addì 1° giugno 2013. Ciao!