Fuori è buio, e probabilmente stiamo volando sopra un oceano, perché tutto è immerso in un impenetrabile nero. Guardandomi intorno nella Cupola mi rendo conto che probabilmente non si vedrebbe comunque nulla: anche le luci di una grande città sarebbero troppo fievoli e annegherebbero sopraffatte da quelle che mi circondano e che creano una surreale, azzurra penombra. Cygnus vola sotto di noi, invisibile nel buio che lo circonda, ma Karen e io lo cerchiamo comunque: so che l’alba non è lontana, e aspettiamo da una settimana di poterlo vedere.
Forse ho perso un po’ dello “smalto” che avevo da pilota, quando i miei occhi erano addestrati a vedere e riconoscere un altro velivolo a chilometri e chilometri di distanza; ma la fortuna non mi ha abbandonato, e non appena i primi raggi di luce solare strappano le ombre, colorando l’orizzonte di oro, ocra e azzurro, un bagliore alieno attrae il mio sguardo e lo vedo. Stagliandosi lucente e argenteo nello sfondo ancora in eclisse, Cygnus cattura la luce e la riflette in un glorioso, tecnologico splendore.
“Tally”, dico a Karen, cercando di contenere l’emozione, e indico con la mano la posizione nella finestra centrale della cupola. Karen fa un cenno di assenso con la testa, confermandomi di averlo visto e passa con calma l’informazione via radio a Houston, dove so che decine di persone attendono i prossimi sviluppi con la stessa eccitazione che sento scorrere dentro me come un fiume di mercurio liquido.
Karen oggi sarà responsabile di tutte le comunicazioni che riguardano la piccola astronave cargo che si avvicina velocemente, come confermano i dati che scorrono nei nostri monitor. Il mio compito per la prossima ora sarà di monitorare il comportamento dei sensori di posizione del Cygnus, comparandoli ai dati che ricevo da un HHL (Hand Held Laser), un laser portatile che permette di calcolare la distanza e il rateo di avvicinamento: con cadenza quanto più possibile costante, punto il mio strumento verso la navetta, cercando di puntare sempre lo stesso bersaglio, e vengo ricompensato da una serie di spie verdi – il software di controllo (RPOP) conferma che i dati rilevati dal laser combaciano con quelli ricevuti dal Cygnus.
Cupola non offre molto spazio, e oggi è ancora più intasata di una qualsiasi giornata a bordo: oltre a Karen e me, abbiamo due computer – uno per seguire le procedure, l’altro per RPOP – più il pannello di controllo del Cygnus (lo stesso utilizzato da Chris per HTV), varie telecamere che ci riprendono, macchine fotografiche per documentare la prima missione di questa navetta, e qualche snack.
La performance della navetta è impeccabile – a 230 metri di distanza Karen esegue uno dei test da superare in questo primo volo: comanda “retreat”, e Cygnus rallenta, si ferma, poi torna indietro fino a 250 metri. Quando da Houston riceviamo l’informazione che Cygnus ha ripreso il suo avvicinamento, Karen prepara il secondo test, e di nuovo, a 230 metri, manda il comando di “hold”: la navetta docilmente si ferma e attende nuovi comandi.
A questa distanza Cygnus sembra bianco, con la coda (il modulo di servizio, con i computer e i motori) e le ali (i due pannelli solari, estesi dopo l’ingresso in orbita) di un colore argenteo cromato. Le luci di navigazione sono ben visibili, due bianche stroboscopiche, lungo la linea di centro, una rossa e una verde ai lati, come un’immaginaria bandiera sospesa nel vuoto: Il modulo pressurizzato è costruito in Italia, e sorrido al pensiero di questo omaggio del tutto involontario al mio Paese.
In pochi minuti tutto è pronto per l’avvicinamento che porterà Cygnus inizialmente a trenta metri, poi a dieci metri. A quel punto, il braccio robotico CanadArm2 si troverà a soli cinque metri di distanza dal sistema di interfaccia della navetta: il mio compito sarà di colmare quella distanza e poi “catturare” Cygnus. Un compito per il quale mi sono preparato durante lunghe sedute di simulazione a terra, e poi qui sulla Stazione in decine di situazioni virtuali, dalle più semplici alle più estreme.
La navetta adesso riempie la nostra visuale, e ne apprezziamo perfettamente le dimensioni. È certamente più piccola di HTV, ma non per questo meno impressionante: quando si stabilizza nel volume di cattura, riesco a percepirne il movimento, minimo, lento e controllato, solo grazie alla telecamera montata sulla punta del braccio robotico – la stessa che mi permetterà di guidarlo manualmente fino all’aggancio.
Dalla radio Houston ci dà il consenso all’avvio della cattura. Seguo la navetta con lo sguardo sul monitor, cercando di individuare il momento in cui Cygnus attraversa un transiente, ed è quindi particolarmente stabile. Con movimenti ormai automatizzati dall’addestramento inizio il mio avvicinamento: “I’m going in” – dico a Karen, che immediatamente risponde “Copy”. Il braccio risponde ai miei comandi e in pochi secondi sono a circa tre metri e mezzo di distanza. Il dialogo che segue tra me e Karen mi dà un senso di dejà vu, tante sono le volte che lo abbiamo ripetuto in addestramento…
– “Go for free drift”.
– “Copy, go for free drift. Command sent. Command received…”.
Karen aspetta di vedere sul monitor tutti i segni della “deriva libera”, e dopo una centina di secondi mi conferma: “Free drift!”.
– “Copy, free drift. Two meters”.
Adesso posso avvicinarmi all’interno di un metro e mezzo di distanza, anche se fino adesso non ho mai smesso di spingere il braccio robotico in avanti. I miei comandi sono minimi, più pensati che eseguiti: il CanadArm2 è lungo quasi 20 metri, ed ogni minimo spostamento, se effettuato bruscamente, può causare oscillazioni non volute.
Karen mi riporta la distanza dal target: “two pins away” – “Copy” – “One pin”.
“I’m go” rispondo, perché il target è perfettamente allineato con i riferimenti sul mio monitor. “Concur” risponde Karen, confermando i miei pensieri e aggiunge quasi subito: “Over the pin!”. Poi, quasi all’unisono, entrambi diciamo “in the envelope” e schiaccio il grilletto che avvia la sequenza di cattura. Non è passato neanche un minuto dall’inizio della procedura. Ma il nostro sorriso è un ricordo che può durare una vita.
In poche ore, io e Karen eseguiamo le manovre robotiche per posizionare il Cygnus per poterlo agganciare al Nodo2, poi manualmente guido la navetta sino all’integrazione completa con la Stazione. C’è ancora molto lavoro da fare, la giornata è stata lunga, e d’accordo con Houston decidiamo che apriremo il portello domani per entrare. Dentro, la navetta porta solo alcune scorte e ricambi, ma è stracolma dei sogni di tutti coloro che hanno preso parte alla sua avventura, e di affetto da parte di amici e familiari a terra.
Luca Parmitano
Discussion: 47 comments
“pari facili fari l’astronauta……”
Che bello seguirti, riesci a farci sognare! Saluti da Paternò!
GRANDI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1
Mitico Luca! Il fatto di tenere un blog, oltre ad informare sulle vostre attività, vi fa apparire meno “alieni” di quanto si possa immaginare. Buon lavoro! 😉
Ciao Luca,
leggendo il tuo scritto preciso, bello e informativo come sempre, mi ritrovo a trarre alcune conclusioni personale sulla Tecnologia e sui suoi effetti.
Dunque la Tecnologia accorcia le distaze,
riduce gli spazi, in senso operativo per così dire, ma non riduce l’efficacia della sua applicazione.
Inoltre la Tecnologia non riduce e nè sacrifica tutta la bellezza che l’uomo sa e può cogliere, all’interno degli spazi, ma anche all’esterno.
La Tecnologia non nasconde la luce e i riflessi di quest’ultima sui colori.
La Tecnologia non nasconde neppure la capacità del’uomo di interpretare gli spazi, sia interni che esterni, attraverso una chiave di lettura poetica ed emozionale che da sempre l’uomo ha in sè fin dall’antichità.
Ulisse docet.
Ma soprattutto la Tecnologia si rivela essere al servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio della Tecnologia.
“Go for free drift”
Più leggo i tuoi resoconti , Luca, e più mi convinco che hai un futuro da scrittore di successo.
Grazie ,ciao
C’ero.
Una domenica attesa, che doveva sostituire quella rimandata. La prima volta di un astronauta europeo ai comandi del CanadArm per la cattura di un veicolo in free drift… non potevo non esserci.
“Cygnus working perfectly and holding at 220m! I was happy to be the first to shout “there it is!”… non puoi immaginare la mia espressione di quel momento.
Che emozione appena ha incominciato ad avvicinarsi, avevo le palpitazioni! (ahahah) Sentivo solo Karen, ma bastava per vivere da lontano la stessa emozione, fortissima, perché sapevo che ai comandi c’eri tu… che stavi per scrivere un altro capitolo importantissimo di questo Sogno. Un siciliano, grandissimo, che lasciava la sua firma, ancora una volta, fra le stelle. Orgoglio di casa nostra.
Sono stra-felicissima per te… tutto questo te lo meriti.
Adesso, dimmi te se potevo non esserci! 😉 un abbraccione, e grazie per avermelo fatto rivivere da ancora più vicino, vostro sorriso compreso. : )))
Luca, hai una dote molto rara:
quella di associare in modo indissolubile la descrizione chiara delle operazioni che hai fatto con l’emozione che hai vissuto. Distinguerle nel tuo racconto è impossibile e questo lo rende appassionante: ho la sensazione di avere vissuto anche io tutta l’operazione come e più che se avessi assistito al film in 3D.
E’ tutta un’altra storia rispetto alla descrizione della tua (dis)avventura di qualche settimana fa (per fortuna!), ma l’emozione è stata comunque forte.
Complimenti sinceri dalla Pianura Padana, già entrata nella stagione uggiosa.
Davide
Luca ,ho “sentito” quest’avventura dall’inizio quando ancora il Cygnus doveva prendere il volo…quanto sul monitor hanno cominciato a spuntare ,prima le ali ,nascoste dall’oscurità , e poi si sono delineate piano piano le sue forme insieme a quelle luci che da subito mi hanno riportato alla nostra nazione è stata pura spettacolare meraviglia ,cercavo di immedesimarmi in quello che tu vivevi/vedevi in quel momento…era la tua missione, ma anche la nostra-contagiati e coinvolti dalla tua alchimia, con l’orgoglio indiscusso di condividerti..così virtual/umana-mente interattivo da attraversarci nelle parole di ogni giorno -ho seguito entusiasmata a quella cattura che non ha reso subito il suo racconto,ero rimasta un pò sospesa a metà….. adesso , dopo la tecnologia ,leggendo questo racconto, definirei la cattura del Cigno molto più umanamente… “un’emozionante seduzione”..siete andati oltre con quest’esperienza ,in un limbo tra terra e cielo, dove ognuno vivendoti ritrova il sogno di volare via , hai portato tutti noi lassù prima , ed emozionati a sorpresa ora..hai sedotto anche noi ! facciamo parte delle tue conquiste..me ne rendo conto vivamente adesso!..Luca sei anche tremendo..l’emozione mi dice di trasmetterti un battito del cuore ,che ad un battito di mani c’è sempre tempo..e non è sicuramente merito mio se è così ! <3 un'abbraccio..
Ciao Luca,
TECNOLOGIA, ADDESTRAMENTO, BRAVURA, SINCRONISMO, PRECISIONE sono tutti elementi che caratterizzano questa manovra di “cattura” e quanto altro viene fatto lassù; però, per contraddistinguere quanto descrivi qua, aggiungerei un elemento che non puoi imparare in nessuna università, in nessuna accademia: EMOZIONE!!!!
Si può programmare una macchina a far qualcosa con precisione, ma non la si può programmare ad emozionarsi! 😉
E l’emozione, o meglio le emozioni (lavorative, professionali e personali), ed anche il fatto che ci rendi partecipi di tali sentimenti, ti rendono “particolare” :-).
Continua ad emozionarti, come è nel tuo carattere, e continua ad emozionarci!!!!
Ciao Lucaaaaaa 🙂
Un abbraccio
Maria Teresa
Grazie Luca per l splendide immagini che ci invii, complimenti per il tuo lavoro e per quello di tutti i componenti la ISS. Un caro saluto a tutti!
Memorabile post di culto sulla cattura di Cygnuss, dal Blog di Parmitano, maestro di suspense: meglio di un copione di Alfonso Cuaròn.
Come in 3D, tutti sulla ISS
Non si rimpiangono nemmeno Clooney e la Bullock.
splendide pagine di capacità, bravura e lucidità nello spiegarle in modo comprensibile a tutti anche ai non addetti ai lavori. Grazie come sempre
grande come sempre. spettacolare spiegazione per non addetti ai lavori
Brava to my brave brother and sister, Luca and Karen for executing such a task and sharing the VISION with ur earthling brothers and sisters!!!
Most important…..DON’T FORGET TO WAVE!!!!!! XOXOXOXOXOXO
Stupendo leggere questi momenti così emozionanti per voi, anche noi nel nostro piccolo eravamo emozionati perché eri te quello che catturava il Cignus. Credo l’abbiamo anche sognato perché si è fatto attendere tanto però vedervi le facce dopo la cattura con quel sorriso travolgente paga tutta l’attesa e l’adrenalina messa in circolo. Oggi vi dico grandissimi grazie! (Non te la prendere perché sempre ti chiamo grandissimo solo a te) ma è meritatissimo, ancora grazie per ciò che riesci a trasmettere ogni volta che ci racconti qualcosa. Un abbraccio
E che meraviglia…la prima esclamazione che mi viene per esprimere la gioia nel leggere le manovre eseguite passo passo. Sì perché ad ogni avvenimenti su ISS corrisponde il momento di descrivere con le parole per chi segue la vista avventura. Come sempre oltre alle manovre tecniche in perfetta sintonia . C è bello sempre l esprimere i sentimenti vissuti. Adrenalina gioia soddisfazione nel capire e,xké no, vivere di riflesso tutto ciò che fai regalando un brivido.
Mille.volte grazie per tutto questo.
Caro Luca,
la tua capacità di provare, ma soprattutto di trasmettere emozioni è veramente grande! Sei un uomo, come si dice, a tutto tondo, e per questo sei un mito: ho avuto la sensazione di essere lì con voi. Chi non ti sa o non ti può seguire perde qualcosa di veramente importante, in un mondo in cui non si capisce più niente, dove si confondono le priorità, i sentimenti, gli obiettivi…! Grazie, grazie per le emozioni nuove, fantastiche che ci permetti di condividere con voi, con te in particolare.
“Il paradiso non è mica un luogo.
Non si trova nello spazio, e neanche nel tempo. Il paradiso è essere perfetti.
Tu sei uno che vola velocissimo vero?
Raggiungerai il paradiso, allora, quando avrai raggiunto la velocità perfetta.
Il che non significa 1000 miglia all’ora, né 1000000 di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce.
Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser là.”
dal libro “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach
Luca,
ho preferito lasciarti questo passaggio di questo bellissimo libro perchè non avrei saputo usare parole altrettanto belle ed incisive per trasmettere tutte le emozioni che ci fai provare leggendoti…
Tu ci sei. Tu sei là. E ci arrivi sempre, dritti al cuore.
Grazie ancora.
Your description of your adventure continues to blow me away Luca.
Thank you so much for taking time to share with us.
Carissimo amico,
grazie per tutto quello che hai condiviso e continui a condividere con noi… Solo un uomo immensamente straordinario come te, poteva riuscire ad entrare nel cuore di milioni di persone. Le tue parole così semplici, umili e umane, mi hanno fatto comprendere quanto di speciale ci sia nella tua missione.
Sei il mio Astronauta preferito e sono Felice di potertelo dire.
Mi dispiacerà moltissimo quando la tua missione si concluderà, perché tutto questo mi mancherà, ma è giusto sia così… E’ giusto che ritorni dalla tua famiglia.
Grazie per avermi “portato” nello Spazio…
Salutami Karen.
Ti abbraccio!
Lino
Quando leggo quello che scrivi, Luca, mi sembra di vivere le tue stesse emozioni, e’ come leggere un libro di avventure spaziali che esistono solo nella fantasia. Sei molto coinvolgente ma dimmi, quando trovi il tempo di scrivere?
Ciao Luca, mi hai regalato una grande emozione e sei riuscito a farmi capire anche le cose più difficili e che potevano risultare incomprensibili per i non addetti. Come sempre hai una scrittura avvincente da grande romanziere, infatti questa pagina sembra di una grande avventura spaziale, mentre invece è reale. Ti prego continua sempre a farci partecipe delle tue emozione (che sono diventate anche le nostre). Un abbraccio
“Il paradiso non è mica un luogo.
Non si trova nello spazio, e neanche nel tempo. Il paradiso è essere perfetti.
Tu sei uno che vola velocissimo vero?
Raggiungerai il paradiso, allora, quando avrai raggiunto la velocità perfetta.
Il che non significa 1000 miglia all’ora, né 1000000 di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce.
Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser là.”
dal libro “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach
Luca,
ho preferito lasciarti questo passaggio di questo bellissimo libro perchè non avrei saputo usare parole altrettanto belle ed incisive per trasmettere tutte le emozioni che ci fai provare leggendoti…
Tu ci sei. Tu sei là. E ci arrivi sempre, dritti al cuore.
Grazie ancora.
Luca, ogni tuo gesto perfettamente razionale e controllato comunica una carica emotiva che affascina e trasporta in una dimensione al limite del surreale. Bella l’intesa con la tua compagna di lavoro, bella la sincronia dei gesti, delle parole e degli sguardi di assenso che concludono un’azione di sicuro non banale. Complimenti! ti immagino a scrutare nel buio, non solo riesci a vedere oggetti a chilometri di distanza ma puoi vedere anche oltre le distanze i sogni e l’affetto… pochissimi sono capaci di fare questo. Lo spazio insegna tutto questo?
Racconto emozionante. Complimenti per l’azione e per come l’hai descritta. Una delle cose che mi hanno colpito è come assieme all’altissima tecnologia continuino ad essere fondamentali le capacità dell’uomo, quelle “umane” appunto ( bellissima la sequenza della ricerca a vista del “baule” in arrivo con i rifornimenti e come restino in uso antiche soluzioni, come quelle mutuate dalla nautica, delle luci rosse a sinistra e verdi a dritta. Non per nulla vi chiamano “astronauti”. Buona navigazione!
Racconto emozionante. Complimenti per l’azione e per come l’hai descritta. Una delle cose che mi hanno colpito è come assieme all’altissima tecnologia continuino ad essere fondamentali le capacità dell’uomo, quelle “umane” appunto ( bellissima la sequenza della ricerca a vista del “baule” in arrivo con i rifornimenti e come restino in uso antiche soluzioni, come quelle mutuate dalla nautica, delle luci rosse a sinistra e verdi a dritta. Non per nulla vi chiamano “astronauti”. Buona
Ecco fatto!!
Un altro post da custodire negli scaffali della mente così come se fosse una libreria con tanti libri posti su di essa.
Un altro racconto che suscita interesse per quello che fate e per come lo fate.
Pensa che girando i tuoi post ai miei amici, ho coinvolto gli stessi a seguire la tua missione attraverso foto, date e ore di passaggio dell’ISS sopra i cieli italiani, e se come oggi la copertura del cielo non ha permesso di poter osservare in modo excellent il vostro passaggio, la voglia di tenere alta l’attenzione al prossimo giro, passa quasi subito attraverso messaggi wzap del tipo ” houston Mission failed, attendiamo prossimo giro in condizioni metereologiche favorevoli”.
Anche per me, che sono una dei tanti comuni mortali che sta seguendo affascinata le tue missioni, è emozionante ciò che scrivi !! Sembra davvero di leggere un libro di Fantascienza (io che non ho mai particolarmente apprezzato il genere …), solo che è tutto vero !! Riesci con semplici e chiarissime parole a descrivere tutto ciò che ti sta accadendo e non è solo un banalissimo report ma ….. altro !!!
Grazie ….
P.S.
Se riesci mi mandi un augurio di Buon Anniversario (22 anni di matrimonio) da lassù, magari con una foto delle 5Terre/Portovenere, dove mi sono sposata ??
E lo scrittore manifestò il suo spirito in tutta la sua potenza …
Ho letto e riletto questo pezzo, ma l’impressione che ne ho è sempre la stessa : in questo brano si manifesta la potenza evocativa del tuo animo avventuroso, che con vibrante commozione ci prende per mano e ci guida verso la cattura di una magnifica preda.
Chiudendo gli occhi sembra quasi di vederlo, meravigliosa creatura che si arrende docile al cacciatore.
Il lettore è lì con te, sente l’odore della tensione prima dell’attacco, nei momenti in cui l’adrenalina ti attanaglia ma tu la tieni a bada perchè devi essere vigile, devi sentire la preda, non con gli occhi, con i sensi acuiti dalla battaglia imminente.
E mentre l’eccitazione scorre dentro te come fiumi di mercurio liquido, noi ci vediamo scorrere innanzi, l’epopea della conquista dello spazio, che passa, ancora una volta, attraverso la capacità di dare passione e spiritualità all’azione.
Con questo brano il tuo stile narrativo matura e finalmente si palesa in forma certa e inconfondibile, con questo brano tu arrivi dritto al cuore coinvolgendoci col tuo spirito ardimentoso.
Benvenuto tra noi, autore.
Le emozioni che rilasci con la lettura dei tuoi brani, rimangono nell’aria come polvere di stelle e ci lasciano eccitati e partecipi di un sogno.
E tutto questo non ha prezzo …
Stasera avevamo un appuntamento e infatti alle 20:20 vi abbiamo visto sorvolare lo spazio aereo sopra Grosseto. Bellissimo. E leggere ciò che scrivi pare leggere un libro di Giulio Verne… complimenti…. anche per l’aggancio. E pensare che siete così piccoli…..
Thank you. You give this old woman the feel of being there. My dream of 60 yrs
Si inizia a leggere e dentro la testa sembra di fluttuare con voi all’interno della iss. Un invidia che non hai neanche idea.!!! A differenza di altri astronauti italiani sembri un nostro FRATELLONE che con pazienza e orgoglio ci porta con se per darci la possibilita di vedere com’e lassu… e per me sarebbero giorni cosi intensi che dovre rimanere sempre sveglio per poter vedere tuttu …. è tutto cosi affascinante che è perfino bello vedervi con un aspirapolvere in mano…
Caro Luca,
quando ho saputo che stava per arrivare “Cygnus” con la mente pensavo all’opera “Il lago dei cigni” di Čajkovskij. E devo dire che deve essere stato un meraviglioso balletto cosmico l’avvicinamento della capsula.
Leggendo le tue recensioni, video, interviste e quant’altro, tra le parole che hai pronunciato, spesso mi sovviene quella di “privilegio” che con sincera umiltà ti sei attribuito, alludendo alla scelta che l’ESA ha fatto nel selezionarti e non solo.
Ma la bellezza della tua missione è che l’hai saputa sottolineare nel suo aspetto artistico: laddove Dio fa le cose bene, tutto risulta meraviglioso e pare un sogno. Si, una vita forse non basterà per assimilare una simile esperienza che racchiude spiritualità, umanità, scienza e tecnologia in uno spazio piccolo e infinito allo stesso tempo, della cosmonave ISS.
Altri italiani ti hanno preceduto nello spazio, idealmente e fisicamente, ma con te molti di noi “terrestri” hanno potuto coronare il sogno di essere appagati anche senza mettere una tuta spaziale, magari con il tour alla città delle stelle…
Per questo penso che oggi per me sei come un fratello e a volte dico a me stesso :”…zo, ma quello lì è un pilota di caccia ed è quello che qualche settimana fa era appeso al braccio canadese, nel buio siderale dello spazio, come una pallina luccicante di Natale sull’alberello!”.
Forza Luca, è bella la tua missione, credo sia pure molto dura, ma i tuoi sorrisi, credimi, rassicurano non solo Houston.
Un abbraccio.
… è il mio indirizzo twitter
La bellezza di un dialogo che ha protagonista la Scienza, mi riporta a Leonardo e Galileo, con la felicità concessa da Luca, di partecipare a un presente, che avevo sognato come futuro. Da Siracusa non posso che immaginare Archimede protagonista di questa missione , che con le parole di Luca, pianamente racconta e descrive.
La condivisione di questi momenti è un dono grandissimo fatto a tutti, ma specialmente ai giovani. E non posso che ritornare sulla bellezza della scrittura che cattura in ogni espressione: è per questo che copio e incollo , e invio ai miei nipoti, desiderando che leggano, capiscano e crescano, sapendo. Grazie Luca
Luca,
La ringrazio molto per la cura prestata al mio satellite Cygnus. E’ stato un momento di grande orgoglio per i miei colleghi e per me vedere come Lei e Karen Nyberg l’avete portato perfettamente in stazione.
La ringrazio ancora per il Suo contribuito essenziale in questo evento che rappresenta un obiettivo molto importante nella mia carrier e di cui sono molto fiero.
Distinti saluti,
Dan Wiles
Responsabile Integrazione e Test
Cygnus Dimostrazione Missione
sei entrato nel nostro cuore… con la semplicità delle tue parole e le immagini che riesci a prendere al… volo!!! e pensare che dietro tutto questo ci sono mesi e mesi di duro lavoro di attenzione e stress che sembrano essere cose così “normali” per Voi lassù… ce ne vorrebbero di persone come Voi… che spettacolo ….
Ennesimi complimenti per le descrizioni della vita a bordo e ancor piu per l eccellente lavoro che fate lassù …. Ma c era si o no un termos pieno di caffè su Cynius ? 😉
Cy….Gnus 😀
Con tus relatos y fotos espectaculares, nos has convertido en testigos y tambièn en soñadores a travès de tu viaje espacial. Desde Montevideo- Uruguay- Amèrica del Sur espero tener algùn dìa , el placer de leer un libro. Llegarà hasta acà??? Ojalà que sì! “Ciao Luca”!
la tua descrizione esce dall’anima e si trasferisce sulla penna..grazie ci fai capire che l’uomo anche se nato imperfetto sta crescendo con la passione e l’amore per l’Universo che poi ”è tutto il nostro essere” ..e credo anche una grande fede in tutto il Creato! Grazie!
C’ero.
Una domenica attesa, che doveva sostituire quella rimandata. La prima volta di un astronauta europeo ai comandi del CanadArm per la cattura di un veicolo in free drift… non potevo non esserci.
“Cygnus working perfectly and holding at 220m! I was happy to be the first to shout “there it is!”… non puoi immaginare la mia espressione di quel momento.
Appena ho cominciato a vederlo avvicinarsi anch’io, cuore a mille! Sentivo solo Karen, ma bastava, per vivere da lontano la stessa emozione, fortissima, perché sapevo che ai comandi c’eri tu… che stavi per scrivere un altro capitolo importantissimo di questo Sogno. Un siciliano, grandissimo, che lasciava la sua firma, ancora una volta, fra le stelle. Orgoglio di casa nostra.
Sono stra-felicissima per te… tutto questo te lo meriti.
E adesso, dimmi se potevo non esserci! 😉 un abbraccione, e grazie per avermelo fatto rivivere da ancora più vicino. Vostro sorriso compreso. : )))
That has got to be one of the most exciting things to do up there. It is mind boggling how that can work going 17,500 mph! You and Karen must have the hands and skills of a surgeon catching a space cargo ship with a mechanical arm! Congrats!
PS I really miss ISS Live! Hope the shutdown will be over soon!
Lorna
Ho cominciato da un po’ a leggere i post di Luca e li trovo di straordinaria bellezza. Sono sempre stato appassionato di cose celesti e di astronomia fin da ragazzo (ho 52 anni) e queste descrizioni rendono bene davvero l’esistenza e la vita condotta a bordo della stazione spaziale internazionale.
E sono anche commoventi, si, mi sono commosso a leggere di questa manovra di aggancio , tanto è stata bella la descrizione fatta da Luca.
continua così Luca, sei il mio eroe , ma non un eroe da cinematografo ,bensì un eroe fatto di grande preparazione , competenza tecnica, nervi d’acciaio ma soprattutto di grande umanità.
Fausto
And dreams do come true. You both have every reason to smile, well done!
@costellato