Il suono della prima delle due sveglie, che comincia a suonare alle 5:50GMT (come ogni mattina dal lunedì al venerdì), mi scuote da un sogno che non ricorderò, come sempre. Ancora intorpidito sciolgo le mie braccia, che sono rimaste conserte tutta la notte, e automaticamente porto le mani a cercare le due asole ai lati che consentono di tenere le braccia fuori dal sacco a pelo. Ogni movimento che faccio ne induce un altro, e il sacco, legato con quattro cordoncini alla parete del mio Crew Quarter, ondeggia galleggiando nel vuoto. La mia testa tocca con gentilezza il “soffitto”, poi tutto il corpo rimbalza lentamente in direzione opposta, e la punta dei miei piedi tocca, ma solo per un attimo, il pavimento.
Ora che le mani sono libere posso rimuovere la maschera che copre i miei occhi per non far passare la luce, e aprire la cerniera che mi tiene vincolato dentro al sacco. Dentro il CQ tutto è buio e le uniche fioche luci, verdi e blu, provengono dai LED dei due computer e dei jack di collegamento alla rete dell’ISS. Tutto è silenzio, ma non appena rimuovo i tappi che, come ogni notte, proteggono le mie orecchie, mi accoglie il ronzio familiare della ventola che mantiene l’aria in circolazione dentro la cuccetta.
Il primo gesto, automatico, è quello di attivare il computer per leggere il “Daily Summary”, che Houston ha trasmesso durante la notte: dentro questo messaggio sono contenute tutte le ultime informazioni riguardanti le operazioni della giornata appena iniziata, eventuali cambiamenti, domande per noi e risposte a quesiti da noi posti il giorno prima. Contiene inoltre alcune informazioni fondamentali in caso di emergenza, che mando in stampa per averle a disposizione in qualsiasi momento; e la lista delle persone con cui mi interfaccerò oggi: Houston and Huntsville (USA), Munich (Germany), Tsukuba (Japan), ‘Tsup Moskvì’ (Russia). Anche se possiamo sempre utilizzare il nominativo radio, è molto più cordiale chiamare di tanto in tanto le persone con il loro nome: molti di loro sono istruttori, colleghi, amici.
Indosso un paio di calzoncini sportivi e una maglia di cotone. Aprendo la porta della mia cuccetta mi ritrovo sul mio fianco: con un unico movimento, ormai effettuato centinaia di volte, mi tiro fuori e contemporaneamente mi do una spinta verso il Destiny Lab, che è ancora al buio anche se so che Mike è già sveglio da un po’. Passando accanto alla stampante prelevo la prima pagina del Daily Summary e la inserisco sopra le altre vicino al computer che si interfacciano direttamente con i sistemi della Stazione, e che utilizzeremmo in caso di emergenza.
Anche nel Nodo1 le luci sono ancora spente, ma il Nodo 3 è illuminato e Mike ha già iniziato la sua routine di sollevamento pesi con ARED. Lo saluto in italiano sorridendo, e lui ricambia nella stessa lingua come sempre in quella che, nonostante sia qui da sole tre settimane, è già diventata la nostra routine: Mike ha vissuto in Italia e parla molto bene in italiano. La toilette è proprio accanto a ARED, ma il rumore dell’aspiratore, unito alla musica che accompagna Mike nel suo allenamento, isola chi la utilizza, eliminando l’imbarazzo di possibili rumori. Uscendo dal “bagno” mi sposto a un’altra parete, sempre nel Nodo3, dove con del velcro sono attaccati tutti i comuni elementi di una normale routine mattutina: rasoio, lamette, deodorante, acqua saponata, uno specchio. Per ovvi motivi mancano spazzole o pettini…
È il momento di preparare la colazione: oatmeal con cannella e uvetta, e un caffè, entrambi da reidratare. Mentre mangio leggo su un quotidiano italiano, inviatomi in formato elettronico, le notizie del giorno prima. Alcune le avevo già trovate ieri su internet, ma mi piace leggere comunque il commentario di importanti giornalisti.
Manca ancora un’ora all’inizio ufficiale della giornata, con la prima delle due DPCs, (Daily Planning Conferences), ma decido di iniziare a preparare, per quel che posso, il primo dei task giornalieri, un esperimento chiamato BP Reg. Normalmente mi accoderei a Mike per fare sport al mattino, ma questo esperimento prevede misurazioni molto accurate della pressione del sangue, e non mi è concesso fare sport nelle ore precedenti. Mi sposto in Columbus e utilizzo uno dei computer per leggere la procedura e iniziare a raccogliere il materiale e a montare gli strumenti che utilizzerò nelle prossime ore.
Perfettamente in orario, Fyodor comincia la DPC: ”Houston, Huntsville, Munich, Tsukuba, Moscow: good morning from Expedition36. We are ready for the DPC”. A turno i vari enti di controllo ci aggiornano sulla giornata che sta per iniziare. Noi nel frattempo abbiamo acceso le telecamere e diamo loro il benvenuto a bordo.
In Columbus, continuo i preparativi per l’esperimento, inizializzando i computer e connettendo gli ultimi componenti. Con la supervisione di Huntsville, che mi segue dalla telecamera 2 di Columbus, indosso sopra le cosce due fasce che, gonfiandosi, ridurranno l’afflusso di sangue alla parte inferiore del corpo per tre minuti. Allo scadere dell’ultimo minuto, le fasce si sgonfieranno istantaneamente, costringendo il mio sistema cardiovascolare a reagire repentinamente per compensare la sopravvenuta necessità di flusso sanguigno. Due sensori di pressione, che ho installato sulla mia mano sinistra, registreranno con grandissima precisione le eventuali variazioni, che poi verranno confrontate con le misurazioni effettuate a terra. Il tutto riproduce lo stesso effetto di variazione di pressione che si ottiene quando, dopo essere stati seduti, ci si alza all’improvviso: l’idea è di quantificare l’effetto della microgravità sull’apparato cardiovascolare umano.
L’esperimento procede. Mentre io parlo con il PayCom sul canale 2, sento Mike impegnato in un altro esperimento – CFE – che parla sul canale 3 dal Nodo2. Karen è impegnata con Spheres, e lavora in Kibo: di tanto in tanto sento le sue osservazioni sul 2.
Dopo circa due ore di lavoro l’esperimento giunge al termine, ma per avere i risultati dovrò aspettare il mio rientro a terra. Lo studio, invece, proseguirà ben oltre la mia missione. Finisco in tempo per risistemare tutti gli apparati negli appositi scompartimenti, distribuiti nei vari moduli della Stazione. È già ora di pranzo e sono affamato, ma non posso esagerare perché le prime ore del pomeriggio saranno dedicate allo sport e, anche se sono in orbita, vale comunque la regola che è meglio non fare attività dopo aver mangiato “pesante”. Mi accontento di due piccole tortillas, avvolte attorno a tonno, salmone e qualche verdura.
Quando arriva il momento di fare sport decido di cominciare con ARED: l’allenamento di oggi è una di tre serie di esercizi di sollevamento pesi che interessano tutti i principali gruppi muscolari.
Non appena sollevo la sbarra sulle mie spalle, sento il peso schiacciarmi i muscoli della schiena, le gambe irrigidirsi di tensione. Sono passati cinque mesi, e il corpo si è completamente adattato alla microgravità: anche un peso leggero, come quello che utilizzo per riscaldamento, è un abuso per i muscoli che si rilassano per 22 ore al giorno. In compenso, ARED si trova direttamente sopra la Cupola: la finestra aperta sul mondo riempie la mia visuale mentre fatico schiacciato dai pesi, e dimentico ogni dolore mentre mi perdo nei dettagli che scorrono “sopra” di me (Ared è capovolto rispetto al normale orientamento della stazione). Vedo la costa della Tierra del Fuego, con la neve che si mescola e confonde con le nuvole, che come dita si inoltrano tra i fiordi sudamericani; i laghi d’alta quota di un blu intensissimo, antichi vulcani la cui lava nera ha cicatrizzato il territorio intorno per centinaia di chilometri. In pochi secondi sorvoliamo le zone più temperate dell’Argentina, la Pampa si trasforma nelle piantagioni in Brasile, che si tramutano in foresta pluviale quando raggiungiamo poi il delta del Rio delle Amazzoni. In un caleidoscopico e infinito carosello le terre si susseguono agli oceani, un’alternanza di contrasti e colori sempre diversi. E ci si dimentica della stanchezza.
Dopo un’ora e mezza di ARED mi preparo per T2, il nostro tapis roulant. Indosso un’imbragatura anatomica, collegata tramite due bande elastiche alla pedana: posso controllare la percentuale di peso corporeo che “sentiranno” i miei muscoli durante l’allenamento, aggiungendo o diminuendo la lunghezza di queste fasce. Da una settimana regolo le fasce tra il 95 e il 100% del mio peso, perché voglio riabituarmi in preparazione del rientro. Il prezzo di questa scelta si paga in sudore, perché per i prossimi 30 minuti il mio corpo si sentirà ben più “schiacciato” del normale: come correre con qualcuno che costantemente ti spinge a terra pressando con le mani sulle spalle.
Il successivo lavoro della giornata è nel segmento Russo, nella navetta ATV. Fra qualche giorno chiuderemo per l’ultima volta il suo portello, e Albert Einstein ci lascerà per rientrare sulla Terra, distruggendosi nell’atmosfera. L’ultimo atto del suo viaggio consiste nel liberare la Stazione di gran parte dei rifiuti accumulatisi negli ultimi 5 mesi: solidi e liquidi, organici e non. Il mio lavoro oggi consiste nel sistemare questi rifiuti seguendo un’accurata coreografia che emula in maniera esatta e contraria quella che, insieme a Chris e Karen, abbiamo eseguito mesi fa scaricando il prezioso carico arrivato con l’astronave.
Quando entro, ATV è semibuio e silenzioso, sembra attendermi sonnecchiando. Mi piace lavorare da solo dentro ATV, e riscopro le sue grandi dimensioni, che mi permettono di muovermi a mio agio mentre sistemo i vari contenitori. Poco dopo mi raggiunge Mike, e insieme completiamo la parte di lavoro assegnataci per oggi. Abbiamo giusto il tempo di rientrare nel Lab quando la familiare voce di Fyodor dà inizio alla seconda DPC, quella serale. Mentre ascolto i vari centri di controllo preparo la cena: noci, petto di pollo grigliato, verdure, frutta. Appena conclusa la DPC approfitto della presenza della presenza del collegamento satellitare in banda Ku per fare qualche telefonata. Come ogni sera chiamo i miei genitori, con i quali sono riuscito a parlare più frequentemente in questi cinque mesi che negli ultimi 3 anni di addestramento in giro per il mondo. Non abbiamo moltissimo tempo a disposizione prima che cada la linea, ma che importanza ha? Non è importante quanto tempo parliamo – forse non è molto importante neanche quel che ci diciamo – ma quel tenue contatto che si stabilisce tra le nostre voci mi permette di creare nella mia mente l’immagine serena di mio padre e mia madre che mi ascoltano dalla Terra.
La cena è rapida, perché stasera siamo solo in tre – ceniamo tutti e sei insieme solo un paio di volta la settimana perché inevitabilmente facciamo tardi! – e poi ci separiamo per il poco tempo libero che ci resta. Sono solo le 20:00, ma tra poco la stanchezza si farà sentire, e ho ancora e-mail alle quali rispondere, social media da gestire, fotografie da catalogare, spedire e pubblicare: il tempo scorre velocissimo mentre ascolto un po’ di musica e mi divido tra due computer per cercare di far tutto contemporaneamente.
L’ultimo momento della sera, prima di spegnere la luce e chiudermi nel mio sacco a pelo, lo dedico a mia moglie. Le cinque ore di differenza ci separano più delle migliaia di chilometri e di vuoto: lei è nel pieno delle attività giornaliere mentre io mi preparo a dormire. Eppure, con infinita, femminile pazienza, Kathy mette tutto da parte – i mille problemi di ogni giorno, di ogni madre, di ogni moglie – per donarmi alcuni minuti di serenità, una parentesi di tempo sospeso, un piccolo gioiello di quiete inestimabile: una pausa dal mondo che è fatta della stessa materia dei sogni – ma questa, almeno, resta con me anche al risveglio.
Discussion: 58 comments
Grazie mille Luca per averci fatto pertecipi di una tua fantastica giornata a bordo della ISS… Emozione allo stato puro!!!
Grazie Luca.
Tanta tecnologia, ma alla fine resta sempre la nostra natura calda ed umana.
Grazie Luca, ti ammiro moltissimo, e ti seguo sempre !!! Grazie per le emozioni che ci fai vivere giornalmente….
Un tuo correggionale Siculo !!!
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Ciao Luca, in questo tuo preciso e dettagliato resoconto di una giornata intera che letta così in sequenza potrebbe anche sembrare normale e ordinaria, ma che in effetti non lo è per nulla, quello che mi colpisce di più sono i rapporti umani.
Le poche ma costanti parole scambiate con i tuoi genitori, le confidenze confortanti di tua moglie, anche se gli orari non coincidono, ma le intenzioni sì.
E poi le sere in cui lassù cenate tutti insieme, rare, come succederebbe in qulunque luogo di lavoro.
Inoltre Karen ogni tanto, di là, la senti che dice e che fa con Spheres.
E dulcis in fundo, Mike ti saluta in Italiano !
Luca, le tue parole, per me, sono sempre emozione pura… Ti stimo profondamente e ti ringrazio infinitamente per tutto quanto…
Un caro e immenso abbraccio!
Interessantissima descrizione di una vita quotidiana davvero particolare ….l’ultimo paragrafo pero’ Luca e’ insuperabile <3
Non riesco neanche ad immaginare come ci si possa sentire dopo una giornata come questa..grazie, raccontato da te sembra tutto quasi normale! Buon lavoro, e grazie come sempre per le bellissime vedute del nostro pianeta.
Grazie Luca del tempo che ci dedichi.
E’ meraviglioso scoprire la dolcezza e la poesia che c’è in te, un superuomo che, per il mestiere che svolgi, definirei tutto testa, concentrazione e freddezza.
Ti pensiamo anche noi da qui sotto!!!!
Grazie Luca, fantastico modo di descrivere. Sembrava di leggere un Libro. Bellissimo alle prossime.
ciao Luca, bellissimo leggere le tue sensazioni e vedere le meravigliose foto che mandi ogni giorno. Ti saluto con affetto e ti seguo sempre, sei forte!!!
Ti odio perché metti la parti strappalacrime alla fine (beh, certo messe all’inizio, forse, sarebbe anche peggio), quando credevo di averla scampata… niente, al solito, mi tocca scrivere il commento digitando ad intuito.
Permettimi di citare una persona che quasi sei mesi fa, prima di partire scriveva: “cercherò di portarvi con me, attraverso le mie parole.”
Promessa più che mantenuta. Non solo, ci hai condotti direttamente col cuore, in prima classe, senza pagare il biglietto. Seduti vicino al Piccolo Principe della porta accanto. Valla a trovare un’altra situazione del genere! Non mi sentirai mai chiederti come faremo dopo, conosco la tua risposta. Sì, ci saranno altri dopo di te, certo… ma non sarai tu. (basterebbe già che vedessi in che condizioni sto digitando)
Questo post è un concentrato di vita pazzesco: mi hai fatto fare un giro della ISS, mi hai spiegato una giornata dall’inizio alla fine, hai parlato persino di me… Eh sì, nei social media da gestire ci siamo tutti noi: protagonisti silenziosamente indiscreti delle tue giornate, tutte. Compagni di quel viaggio iniziato a maggio, ma che non avrà fine con una data scritta su “un copione” :’) Ed hai concluso poi con la parte più bella. Quella vera, quella intima, quella che ti ha reso Speciale… Quella che mi porta a ripeterti: non cambiare mai, Lù.
Non smetterò mai di ringraziarti, per tutto questo, e per il resto.
Il mio abbraccio, lungo lungo 😉
PS: perché mancano spazzole e pettini? Boh, non capisco perché lasci le cose a metà. Mica posso scervellarmi così! 😀
Ciao Luca,
alla fine della lettura di un bel libro (romanzo, giallo, di avventura che sia), solitamente, ci si sente appagati e soddisfatti, quasi rapiti dalla realtà e catapultati in quella del libro!
Questo è ciò che mi è successo leggendo questo tuo post, ed anche i precedenti!!!!
Oltre ad essere un ottimo astronauta ti stai rivelando un ottimo scrittore e poeta. E la tua poesia la si legge dagli scatti formidabili, dal contenuto dei testi e dall’umanità che trasuda da tutto ciò.
Ciao e un affettuoso abbraccio
Maria Teresa
Leggendo le tue righe mi son sentito un pochino “astronauta” !
Grazie Luca, complimenti e buon lavoro !
Luca,
la prima cosa che ho pensato leggendo il suo Blog è che sia davvero un peccato non ricordare i sogni ( capita spesso anche a me)… ma poi riflettevo…
Nei sogni magari si può volare, si può essere famosi ed ammirati, si possono vedere cose che non si potrebbero vedere” da svegli”, si può comunicare a Km di distanza… quasi da un altro pianeta…
Alla fine Luca, se ci pensa, lei è in un sogno.
Nella parte migliore di un sogno, dove, benchè non si ha la sicurezza di come possa svolgersi, continua un REM perenne che non termina col suono della prima sveglia…
La sua routine non è mai ordinaria, ed i privilegiati, se mi permette siamo noi… Abbiamo il privilegio di essere tra uno dei suoi mille ( e più importanti) impegni.
Ed è tantissimo.
Luca lei ha in sè tutti i sogni del mondo, i nostri compresi.
Graziegraziegrazie.
non c’é che dire.. Sembra di essere li con te!! Grazie.
Some history that will be read for centuries channeling through the eyes of Santa Lucia, Siracusana….. giving us a new vision and hope for our future!
Many Thanks for this time u share with us!!
Luca, your posts are always so beautifully considered and touching – they are a joy to read! Thank you.
Ê meraviglioso come riesci a trasmettere le tue emozioni che ci arrivanono dritto al cuore. Una giornata tipo che per noi rimane strana giacchè non siamo astronauti pero che riusciamo a sentirse trámite ciò che narri. Molto Dolce la parte degli affetti, credo sia bello andare al letto dopo aver parlato con la famiglia da cosi lontano. Grazie ancora grandissimo uomo , un abbraccio forte
Olga
Thank you Luca. It has been a pleasure following you as you made your way into the Soyuz for your journey to watching you float out for the very first time into the ISS. I have listened and learned from your experience on the ISS. As Chris Hadfield made all Canadian’s proud, so too have you made your huge Italian family proud! You have gone beyond expectations, and personalised your experience with your follower’s by taking the time to respond to our many questions. In the process, my Italian has improved! I hope that future tenants on the ISS will embrace and share their experience as you have with us. Grazie!
Molto spesso, a fronte di tutti gli aspetti tecnici, tecnologici e scientifici, ci dimentichiamo, noi che siamo spettatori di quanto succede alle frontiere della nostra civiltà, del lato prettamente umamo di chi per noi allarga i nostri orrizonti. Queste righe sono di una dolcezza infinita, di una squisita dimensione umana, ma non per ultimo anche di una umiltà che può nascere solo da una preziosa grandezza.
Grazie….
Mi fai essere fiero di essere Italiano!! Sei un mito, e anche se è da poco che ho incominciato ad interessarmi di spazio e di astronauti, sei riuscito in pochissimo tempo a farmi appassionare ai tuoi racconti e alle tue emozioni!
Dico che se tu non fossi un’astronauta, sicuramente saresti un fotografo e sono altrettanto sicuro che di geografia al liceo avevi 10+… (non so come fai SEMPRE a riconoscere ogni pezzo di terra che vedi da lassù… certo magari dopo 5 mesi di osservazioni…).
Ma non guardi mai un film?? Visto Gravity?, magari alcune immagini sono pure tue! E non mi dire che hai “paura” di guardarlo… .-p
Un mega abbraccio.
Quando ritornerai sulla terra spero che raccoglierai tutti i tuoi bellissimi racconti in un libro in modo che anche noi leggendolo possiamo rivivere quello che tu con tanta passione ci hai trasmesso. Grazie infinite Luca!
Caro Luca, come sempre riesci ad arrivare dritto dritto al cuore, come un pugno nello stomaco.
Quando hai deciso di regalarci una parte del tuo sogno, comunicando attraverso i social media, il rischio che ti idealizzassimo, che ci creassimo un’immagine da supereroe di te c’era.
Ma tu hai passato l’intera missione a ricordarci che sei principalmente un uomo, un uomo fortunato che svolge un lavoro che considera un privilegio.
Noi credevamo che fosse solo perché sei una persona umile, che non esalta se stessa.
Ma forse c’è molto di più, probabilmente non vuoi essere imbrigliato in idee non corrette e parziali su di te, il che è il rischio di esporsi così mediaticamente.
Il fatto è, Maggiore, che inevitabilmente un frammento di te è entrato in noi dopo questa avventura, e per ciò che mi riguarda lo conserverò gelosamente in un angolino del mio cuore.
Ti auguro di vivere con la stessa gioia e lo stesso stupore che hai condiviso con noi, ogni sfida, ogni avventura che la vita ti metterà innanzi.
Auguro a te e alla tua dolce signora, la forza di rimanere uniti, in quella quiete rassicurante e calda che tu ci hai poeticamente tratteggiato, a prescindere da ciò che farete o vi starà intorno.
Non smettere di scrivere, fallo soprattutto per te stesso, per ritrovarti, per le tue bimbe. Non importa se in un blog, in un libro o in appunti privati, quello lo deciderai tu sulla base di impegni e stati d’animo.
Come ti ho detto ieri su fb, decidi tu se, e quando comunicare con noi, van bene pure i segnali di fumo, o uno smile su una foto 🙂 noi capiremo.
Tu non lo sai, ma ci hai cambiati dentro senza volerlo, sei stato il tramite attraverso cui abbiamo potuto toccare un granello di infinito, prenderlo e conservarlo con noi, per cercare il nostro arcobaleno.
Se tu il tuo l’hai trovato, vai e goditelo, sono grata alla vita di aver fatto incrociare la mia orbita con la tua.
“E’ ora di andare- disse mormorando l’uomo delle stelle, ammirando l’ultima volta emozionato la Stazione Spaziale.
Una miriade di piccole creature allora invasero l’Iss, ed avvolto l’astronauta nella loro aura di luce , lo portarono su, fino alla Cupola, per ammirare il cielo.
Poi, una di loro cinguettò : -Allora, sei pronto ?-
– A far che ? – rispose l’Astronauta- Karen e Fyodor mi aspettano per salire sulla Soyuz.
Non ti hanno avvisato ?- ripresero le fate – useremo un mezzo più veloce, la polvere di fata. Pronto ?-
La cupola della Stazione cominciò allora a brillare, mentre mille piccole fate roteavano su se stesse fino a creare un vortice spaziale.
L’astronauta percepì forza e pace, e cominciò a volare, e in un lampo si trovò nei pressi di casa.
Il cane abbaiò e gli andò incontro festante, mentre una dolce figura familiare si affacciò sull’uscio per capire chi arrivava. Luca …- mormorò.
Buona vita Maggiore, e tanta felicità,
con affetto sincero, Valeria
Ciao luca,
Le foto che invii sono stupende,mi emozionano,mi fanno sognare e spero tutti i giorni di vederne,ma il tuo racconto della vita quotidiana,cosi particolareggiata,sono il plus ultra,mi sembra di essere li con voi,con te, la karen e gli altri.grazie,grazie,in questo momento non so dire che grazie.un abbraccio.
Miriam
ti mando un dolce tempestato di stelle con la fragranza del mattino e il sole che gioca con l’aria mostrando la sua magnificenza ai nostri ancora socchiusi occhi due passi mi dividono dallo sciaquio dell’acqua che se non fosse per la presenza dei pesciolini in branco e ordine sparso mi invita a berla come nettare della vita ciao stenditi sull’amaca e attendi che ti porto un caffè .
Caro Luca, è bellissimo seguirti da quaggiù e leggere la tua giornata ci porta lì accanto a te… grazie! Quando il 10/10 eravamo al Griffith Observatory di Los Angeles e ci hanno avvistai che sareste passati dopo pochi minuti, siamo riusciti a vedervi passare… davvero una forte emozione! Sei un orgoglio italiano e ti ringrazio per portarci con te nello spazio e farci sognare!
Con affetto, ML 🙂
Corde, cinghie, tiedowns, maniglie, imbracature, pantaloncini, un vuoto in bagno, esperimenti, inserimento di rifiuti in albert einstein, bloccaggio te stesso in un sleepingbag, verdure… tutte le caratteristiche di capitolo, uno dei “cinquanta shades of I.S.S”!-)
guarda Luca, non ci conosciamo e non ci conosceremo… ma mi sembra così familiare tutto… forse è la mia immensa voglia di trovarmi dove ti trovi tu, magari nn x 6 mesi ma solo per qualche giorno. Cmq un gran bel testo. Buona permanenza dalla Romagna!
che ho osservato si menzionano apparentemente molto poco delle tue interazioni con il resto dell’equipaggio e controllo di terra… sono io ragione nel ritenere il myers-briggs tipo di profilo di personalità (jung) è I.N.T.P.? (pensiero introverso, intuitivo e prospettiva)? -per che cosa vale la pena… albert einstein è stato un I.N.T.P.!
Luca, ti ammiro moltissimo, sei un grande! Da coetaneo appassionato di spazio, astronomia e radioamatore.
Post capolavoro, devi assolutamente scrivere un libro!
Ciao Luca ci ha descritto una tua giornata normale ma straordinaria per noi facendoci partecipi di tutti i tuoi esperimenti e della vita con i compagni di viaggio nella ISS. E’ tutto molto emozionante per come vivete e per tutto quello che dovete sperimentare, ma la parte più bella e che ci viene diritta al cuore è quella dei tuoi sentimenti familiari di una dolcezza straordinaria che ci commuovono e ci fa capire che uomo sei, un grande!! E’ un piacere anche sapere quanto tieni in considerazione anche il contatto che noi piccoli terrestri e ci ha fatto sentire anche noi importanti. Grazie di tutto quello che ci doni, delle splendide foto e delle grandi emozioni di conoscere posti che molto probabilmente non vedremo mai… che dire, tra poco il tuo viaggio terminerà, ma spero non il contatto con noi. Buonanotte Luca, un abbraccio
Condividere una giornata tipo su ISS…e che meraviglia! Ci hai fatto vedere che tutto è scandito a partire dal risveglio in maniera ben precisa e certosina. Le attività ,gli esperimenti, il nutrirsi,lo sport: tutto condito da collaborazione e stima reciproca con i colleghi.
Genitori e moglie sono ua parte importante della vita. Ogni riferimento a loro è di una delicatezza e dolcezza infinita. Un grande astronauta e un grande uomo
buona navigazione nella vita con tanti altri traguardi.
Grazie.ancora
Accipicchia, sei riuscito a trasmettere con le tue parole la sensazione di essere a bordo! Grazie e grazie per avermi fatto riscoprire la voglia di conoscere e di sapere, di avermi trasmesso la gioia di vedere il mondo dall’alto, e grazie per l’appuntamento di tantissime sere passate col naso all’insù aspettando i passaggi dell’ISS!!!!
Ciao Luca, fantastica descrizione, sembra di essere lì con te ! Tecnologia e computers non hanno il sopravvento sull’uomo, i sentimenti e le emozioni, anche se lassù soprattutto aiutano, anzi sono indispensabili, per l’esistenza quotidiana. Un abbraccio e ti aspettiamo in Italia presto !!! STEFANO
Ciao Luca,
Esattamente … e credo che anche Kathy in questo viaggio di madre e di moglie e nei suoi sacrifici debba avere tanti meriti , in egual modo per lei questa é una grande missione e una grande responsabilità, la sua attesa é eccelsa , sicuramente l amore é una grande forza di “gravità” , Lei con Te e le vostre Stelline lo state dimostrando 🙂 … ! Un abbraccio… Samantha
Uao Luca 5 mesi – soltanto 2 settimane fa sono arrivata al corrente della tua missione in spazio – e ora sono sempre attenta a ricevere le tue foto che umilmente condividi con noi – magnifiche immagini – fanno apprezzare sempre di piu’ questa nostra terra – questo universo che ci avvolge – ti ringrazio sinceramente per regalarci questi momenti –
Ti auguro tutto bene a te alla squadra e alla tua famiglia che ansiosamente aspettera il tuo ritorno – Grazie
Gracias por permitirme viajar por el espacio y “verlo todo” a travès de tus fotos, relatos y sentimientos. Gracias por permitirme soñar ! Un abrazo. “Ciao Luca!”
Thank you Luca for trying to tune to our radio station today/yesterday. our boss in utah was amazed and thanks you very much. if you have a moment, would it be possible to send us a pic of you from the ISS to us with our radio station on your screen? i know this is a massive ask but it would be something we would treasure as we only just opened our Australian radio station. and the ISS helping to connect Melbourne with Salt Lake City by simply passing over our heads haha. its truly amazing. i saw you go over my house only weeks ago and now i am communicating with you. Thanks so much Luca. I will never forget your reply to me on facebook. TUNE IN (if possible) http://www.amr.fm
Hi Luca,
You are very busy working hard every moment of the day. That would make the day go by quickly and I imagine you are very tired when it is time to sleep. My days are like that down here on earth. I have black curtains on my windows to keep the light out. My normal wake up time is 6:30 programmed into me during my childhood. But often I must get up (or try to) at 5:30 due to extra agenda items needing completion prior to the start of my work day. I set 4 alarms; one across the room which is sure to get me up to turn blaring music off and 3 back up alarms on my cell phone just in case I decide “ummm I need a couple more snoozing winks.” So alarms start to go off. I fight gravity to sit up. I sit on the edge of the bed briefly to make sure I am awake and then stumble out of bed and turn off alarm number 1. No going back to bed for an extra wink or two this morning. I have additional items to complete prior to the start of my day. The night watchman at the end of my bed, my oppositional defiance disorder hyperactive dog, has woken up. I pick him up and carry him to the door. I set him down and put his leash on him. He prefers not to go outside. What a dog! LOL. I have to shove him out. I gently do this while saying, “go bathroom.” I quickly close the door and attach the balance of the leash to the inside doorknob. He responds by jumping and slamming his paws against the door repeatedly as if knocking on the door requesting to enter. I have never reinforced this by opening the door when he does this. Yet, he persists. It must be on his agenda and part of his routine. Eventually he stops when he realizes I am not there or listening. I proceed to the kitchen to make a cup of coffee. I love the smell of coffee in the morning. Come to think of it, I love the smell of coffee anytime. I get my cup of coffee. It is nice and warm, my consolation, a warm replacement for not being under covers asleep. I prefer not to eat breakfast most mornings. Once in a while, though, I am hungry and might grab a bite to eat on the way to work. I proceed to the restroom. To shower or not to shower, that is the question. Depends on time and what I need to accomplish prior to the start of work. I brush through my long hair which is in knots over night. I decide I must have spun on my head during the night and think by the time I brush through these snarls I won’t have any hair left. I continue my transformation enhancements and begin to recognize the daytime me. I get dressed and rush to the kitchen to make sure the dog has food and water for the day. I get my computer bag ready, grab my purse, my cell phone, and my keys (Some mornings St. Anthony helps me find those), open the garage door, lock the kitchen door, let the dog in, gate the dog in the kitchen and feed my fish and exit the front door to enjoy a 20 to 30 minute drive to work. There is always something beautiful to see on the way. One morning there was a perfect 190 degree double rainbow over the highway and it was not raining where I was driving. And the next morning another double rainbow. Amazing! Two in a row. Once I am at work I make sure the whole day is planned out and check the visual schedules for those under my care. And so the day begins. Confidentiality prohibits me from further description. But, my day is very busy as well keeping others working and learning and guiding my assistants. When I return home late, I am tired too. And this is my way of relaxing and having fun by being on the computer.
You keep up the good hard work Luca. And keep writing those great blogs about your life on the ISS. You are a great writer. Those were very tender words about your love of your life. I am sure she misses you and can’t wait for you to return. What an incredible experience you are having!
As always, godspeed!
Lorna
Salve Maggiore
E emozionante ammirare le foto che tu ci mostri e che solo grazie a te possiamo vedere, ma leggere i tuoi gesti quotidiani descritti nei minimi particolari da te ci inserisce purtroppo solo con la mente dentro la vostra navicella e ci fa vivere momenti meravigliosi.
grazzie Luca
Thank you Luca for giving us such a fascinating insight into your day.
Your blogs are so easy to read and informative.
Luca, salire nella tua “normale”giornate è molto particolare per me..ogni volta mi porti ad attraversare quello che neanche lontanamente ho vissuto, ho capito l’importanza della formazione che viene da buoni genitori (che non ho avuto essendo orfana da sempre) delle scelte primarie,che spesso hai ripetuto sono alla base di una buona vita ,perchè nello svilupparsi ,come una calamita porta a se tutto ciò che ci è affine e proseguendo si moltiplicano arricchendoti ,le cose sane si uniscono per innalzarsi ,proseguiranno ,sono convinta che ti rincontrerò…i tuoi sogni si sviluppano nei punti fermi della sostanza che ti appartiene e di ciò che è li accanto a te ,ad oggi mi hai regalato tanto -ho realizzato molte cose nel confrontarmi con te, non solo vedute celestiali…grazie- a te e a ciò che ti è accanto ogni giorno-ciao
Grazie…di tutto
Ciao Luca, come ho già scritto su fb i tuoi racconti delle tue esperienze sono unici per noi che siamo con i piedi su questa terra e condividerle ci rende virtualmente con te nello spazio dove la vita viene circondata da bellezze che tu vedi e trasmetti a noi. La tecnologia ha fatto grandi passi avanti nella nostra generazione e ancora ne farà sempre per sviluppare la conoscenza dello spazio e del nostro corpo nelle situazioni diverse di quelle che noi viviamo sulla terra. A me è sempre piaciuto il mondo dell’universo e quello che lo circonda, credo che sia un “perfetto” sistema l’universo da a tutti i suoi pianeti e stelle, io guardo molto il cielo perché per me è l’infinito di tutto il nostro vivere per noi che siamo su questa terra. Essere nello spazio ti avvicini a un mondo che sembrava irraggiungibile ma l’uomo ha in più una forza chiamata ragione che sviluppata crea innovazione nell’arco della sua esistenza, grazie Luca per queste tue condivisioni che mi fa sentire più vicina al mondo che amo e che mi rende felice, Madre Natura in tutte le sue componenti terra, cielo, mare, aria ciao e scusa di questo mio pensiero. 🙂
Hai descritto la tua giornata minuziosamente tanto da farci rivivere tutto. Non è questo quello che mi ha colpito. Sono state le ulrime parole rivolte a tua moglie che mi hanno commosso. Ti ringrazio davvero per renderci partecipi della tua vita, non solo da astronauta, ma anche per quella più privata. Grazie davvero. Un abbraccio da Napoli
Caro capitano Luca, buona sera…..
Grazie infinitamente perche ci fa partecipe di ciò che lei vive sulla ISS. E come se lo stiamo vivendo noi personalmente. Mai nella storia si era presentato una persona così, e di questo noi la ringraziamo.
Tanti auguri per il resto della permanenza sulla ISS.
Un caro abbraccio
Wilfredo
hermosas palabras, ahora se un poco mas de sus actividades en la estación, lo que hacen. Sepa que desde la tierra somos muchos los que los seguimos y nos interesa lo que hacen. Muchos besos a todos y un gran abrazo desde argentina.
Anni fa uscì una canzone di John Denver che si chiamava “Flying for me”, dedicata al disastro dello Shuttle. Ricordo che parlava di persone coraggiose che volavano per tutti noi, per darci un futuro migliore. Era il 1986 ed avevo 16 anni, pensai alla fine che erano stati dei temerari, ma l’episodio mi turbò profondamente.
Seguo da mesi silenziosamente il tuo blog, da quando hai avuto la disavventura dell’EVA2; all’inizio mi chiedevo chi te lo faceva fare e ripensai a quella canzone del 1986. Poi ho letto con sempre maggiore entusiasmo ed ammirazione i tuoi post e tutti i commenti di chi ti segue. E forse ho capito.
L’entusiasmo che permea i tuoi post e anche quelli di chi ti risponde (ne ricordo uno bellissimo di tre bambini che ti salutano da terra) mi ha fatto capire che l’attività che svolgi insieme ai tuoi “compagni di viaggio” è preziosissima per tutti noi, soprattutto per i “cuccioli” di adesso. Esattamente come diceva John Denver nella sua canzone, che adesso ascolterò con altro spirito.
Grazie di tutto, auguro una buona vita a te e a chi ti sta vicino anche da lontano, come tua moglie di cui parli alla fine del post: la serenità che ti dona penso che ti dia la carica per donare tanta vita anche a noi che ti seguiamo attraverso questi post.
Dear Luca, what a pleasure to read your day. And what a pleasure to realize that what you are doing in Russian has partly been made possible by LSI activities! Some weeks ago, I got your picture and those of the 5 others, when I was at the EAC for a good-bye tour before retiring. Mille grazie for the photo and your comment! Well, in the meantime the official ceremony has taken place, and it was a pleasure for me to see that Hans Bolender could assist.
After 22 years of active life at the LSI steering wheel I now enjoy having reached liberty; fortunately, I feel fit enough to meet new challenges.
Best wishes, Luca, from the entire LSI team!
Yours
Jochen
Interessante pagina di diario di bordo .
Grazie per rappresentare quella parte vera e positiva dell’essere ITALIANO .
Lo invidio con tutto me stesso…non saprei cos’altro dire.
Ciao Luca.
Veramente fantastiche le emozioni che trasmetti nel descrivere la tua giornata nello spazio soprattutto per gli aspetti umani che condividi. Credo che vivere la tua esperienza sia il frutto di una preparazione e un sacrificio immane e perciò sei invidiabile soltanto per la tua determinazione. Come altri followers ti invito seriamente a raccogliere in un libro la tua esperienza per regalarci appieno tutte le sensazioni sensoriali e non che hanno caratterizato la tua vita in questi mesi.
Ciao Luca,
Innanzitutto se posso darti del tu voglio dirti che sei il mio idolo, hai raccontato perfettamente una giornata tipo sulla Stazione Spaziale è fantastica e lontana da tutti i problemi che ci sono sulla terra, leggendo questo articolo ho immaginato le cose che farò se riuscirò a diventare un astronauta e andare sulla Stazione Spaziale perché questo è il mio sogno per ora mi impegno a scuola poi si vedrà. Ho quindici anni e sogno di diventare come te da quando ne avevo sei. Spero che potrai leggere il mio commento e dedicarmi cinque minuti della tua giornata a bordo di quel gioiello di tecnologia quale la ISS. Ciao Luca!
Thank you for this extraordinary article superhermano Luca.
You’re a true inspiration to those who follow you and read your articles.
You make me so calm and happy. Be always happy.
You have taken me through every range on the emotional spectrum with your words. Thank you so much for sharing with us! Every opportunity we have, we are outside watching when you fly overhead, sending love and safety and peace to all of you. I am a nurse and am very intrigued about medicine in space. I enjoyed your descriptions and rationale of experiments and exercise that you participate in. I have been curious about your daily routines, what you are doing up there as we wave from down here. I want to know more about the effects of microgravity on the body. I imagine you are at risk of losing similar, if not more, muscle mass than a person who is on bed rest. I appreciate your candidness about things most of us do not disclose but are very real and valid. You have painted a beautiful picture for us. Thank you Luca!!
Grazie Luca per il bellissimo post,
la tua partecipazione sulla ISS mi rende orgoglioso di essere italiano ed europeo,
sono ultimamente così poche le occasioni per cui il senso di appartenenza alla nazione,
mi rende felice e speranzoso per un futuro migliore e seguirti in questa straordinaria avventura è una di queste.
Continua ad aggiornare il tuo bellissimo blog, noi continueremo a seguirti!
P.S.
Sul blog di astronautica che seguo(sarebbe bello se mi rispondessi su “News Spazio” dove c’è un post a te dedicato),
non sono il solo che si è chiesto se dopo tanto tempo, si è giunti ad una definitiva soluzione all’enigmatico motivo della perdita di liquido della tuta spaziale, che non ti ha permesso di concludere la tua EVA.
Ho visto un filmato in cui il tuo coinquilino Chris Cassidy, provava la tuta dentro la stazione ed individuava precisamente così, la perdita di liquido, nella parte posteriore della tuta, all’altezza della nuca, dove avevi avvertito fin da subito, durante la “passeggiata”, accumularsi l’umidità!
Hai saputo quale liquido era e cosa non ha funzionato nella tuta spaziale? “
Grazie Luca, è bello sapere quello che fai, farci partecipi di tutte le tue e nostre emozioni, con te lassù mi hai fatto scoprire un mondo infinito e bellissimo, noi ti sentiamo vicino, come con nessun altro.Grazie , di tutto il tempo che ci dedichi:
Bravo Luca… hai fatto un buon lavoro… nei tuoi post nelle tue fotografie ho sempre colto tanta passione … entusiasmo …positività’ e ottimismo nel fare ciò che fai… questo è’ il segreto per cui tanta gente ti segue con interesse ed affetto…
grazie perché mi hai regalato un carico di emozioni Anna