Una famosa canzone di molti anni fa, e che pochi forse ricorderanno, ripeteva insistentemente nel finale che ogni fotografia racconta una storia. Mi sono sempre entusiasmato ed emozionato nel guardare straordinarie foto, su riviste di natura, scienza, aeronautica – e la storia che ogni foto mi raccontava era già presente nell’immagine stessa, chiara, evidente, ovvia. Ma ho capito da poco di essermi sbagliato, probabilmente ogni singola volta che il mio cervello interpretava goffamente quello che vedevano i miei occhi.
Non sono mai stato un bravo fotografo: non ho lo sguardo artistico di Karen, che coglie dettagli di straordinaria bellezza con la stessa quieta confidenza con cui crea bellissimi disegni, cucendo quilt con materiali improvvisati; né la conoscenza tecnica di Fyodor, le cui dita, al loro quarto volo spaziale, maneggiano le complesse macchine fotografiche professionali a bordo della Stazione cambiandone i parametri senza che gli occhi abbiano bisogno di fornire indicazioni. E ho sempre preferito creare memorie – legate all’emozione di “vedere” qualcosa – piuttosto che tentare di fissare l’immagine e osservarla attraverso una lente. Per questo, fino adesso, non avevo compreso che la storia più interessante dietro una foto è quella al di là dei confini dell’immagine, e “al di qua” della macchina fotografica: secondo me, la storia più intrigante è quella, segreta e sconosciuta, che vive l’individuo che scatta la foto. E io voglio farvi partecipe delle storie che ruotano attorno a due mie foto recenti, una che riprende un’Aurora Borealis insieme alle luci di grandi città; l’altra che immortala la scia morente di un missile lanciato qualche minuto prima verso un volo suborbitale.
Luci urbane e aurore boreali
Mike è arrivato sulla Stazione da appena quattro giorni, e sta creando il conforto di una routine che sia la sua, che gli permetta di contrastare lo stress di una vita, quella a bordo, completamente diversa da qualsiasi esperienza abbia vissuto finora, nonostante la lunga carriera nell’Air Force. Oggi è sabato, è ancora presto, ma lui è già in piedi da alcune ore e sta già completando il suo esercizio fisico giornaliero. Quando entro nel Nodo3 lo vedo sorridente, e rispondo allo stesso modo: siamo in orbita, e ogni giorno è il giorno più bello che si possa sognare!
Mi accorgo che il modulo è piuttosto buio, e approfitto di una pausa nell’esercizio di Mike per volare dentro Cupola. Le finestre sono ancora chiuse, fuori è notte e non farebbe alcuna differenza. Cerco la nostra posizione sul computer, e vedo che stiamo per attraversare la costa del nord America, e che la nostra rotta segue il confine immaginario tra Stati Uniti e Canada. Il terminatore è vicino, e decido di aprire comunque le finestre: come Pavel, anch’io non riuscirò mai ad abituarmi all’indescrivibile bellezza di un’alba orbitale, e anche se ne ho già viste centinaia decido di restare nella Cupola, a osservare nel buio la costellazione di luci umane che mi ricordano la presenza dei miei simili sul pianeta che mi scorre sotto.
Ruotando il corpo verso nord, il tenue splendore verdazzurro di un’aurora boreale mi ferma, letteralmente, a metà – e decido immediatamente che vale bene la pena condividere lo spettacolo con un amico. Chiamo Mike, che nel frattempo ha finito l’allenamento su ARED e si prepara al T2 (il nostro tapis roulant), e gli chiedo di avvicinarsi in Cupola spegnendo al suo passaggio le luci del Nodo3. Accendo la lampadina tascabile, modificata con una lente rossa per non rovinare la visione notturna, per guidare Mike fino alla finestra che guarda verso nord. I suoi occhi ci mettono un istante ad abituarsi al buio. Poi indovino un sorriso sul suo volto nel tono con cui saluta la fantastica visione, uno stupore che comprendo benissimo, perché non ne sarò mai esente.
La Cupola ha sempre delle macchine fotografiche a disposizione, e prendo quella con la lente da 50mm, l’unica con la quale sono riuscito finora a fare foto notturne. Nel semibuio, aiutato solo dalla poca luce che entra dalle sette finestre, cerco goffamente di programmare la macchina fotografica per cogliere almeno un attimo dell’etereo spettacolo. Uno solo mi basta. Il resto, colto solo coi miei occhi come ho sempre fatto, resterà nella mia memoria – finché ne avrò una.
Una sorpresa del tutto inaspettata
Uno dei vari impegni di un astronauta sull’ISS si nasconde dietro l’acronimo di CEO (Crew Earth Observation – Osservazione Terrestre dell’Equipaggio): un team di ricercatori a terra studia le orbite della Stazione e sceglie una serie di obiettivi da fotografare, indicando l’orario del passaggio, le coordinate, il tipo di foto desiderata e fornendo quante più indicazioni possibili per “trovare” il target. Questi vanno da città e capitali facilmente individuabili, a crateri da impatto assolutamente indistinguibili dallo sfondo a 400km di distanza. Questa attività è su base volontaria, ma in un certo senso la sfida fa anche piacere, e trovare un obiettivo particolarmente difficile dà tutta la soddisfazione che prova secondo me il collezionista appassionato che acquista il pezzo mancante. Il mio equipaggio fa una rotazione giornaliera, e la Expedition 36 ha largamente superato tutte le precedenti per numero di foto e obiettivi acquisiti e inviati a terra.
Mi trovo nella Cupola, e sto sistemando una macchina fotografica su una finestra che guarda in direzione nord. Sulla Stazione è orario di lavoro, per cui tutte le luci sono accese. Il mio prossimo target CEO è una foto sequenza di aurore boreali, e per evitare riflessi dalle luci interne sto montando una tenda per oscurare il volume dove ho installato la macchina fotografica. Ho già inserito i parametri nell’apparecchiatura fotografica, compreso l’orario previsto dell’aurora, per cui con un po’ di fortuna riuscirò a fotografare la sequenza anche senza essere fisicamente presente: in quel momento sarò impegnato in un’altra attività.
Si avvicina rapidamente il tramonto. La luce oro e arancione che entra dalla finestra riflettendosi sui pannelli solari attrae irresistibilmente il mio sguardo, ma i miei occhi si focalizzano su un’immagine estranea alla natura: una fumata si delinea dritta e netta all’orizzonte, sottolineata dagli ultimi bagliori del sole. La natura non ama le linee rette, ed è questa artificialità che ha guidato i miei occhi. Sto guardando un lancio di qualcosa, non so cosa e non so da dove, ma è sicuramente un lancio. Non so quali siano le probabilità di assistere, senza sapere che stia per avvenire, al lancio di un oggetto suborbitale, ma istintivamente direi che non sono molte: un caso straordinario di trovarsi al posto giusto all’istante giusto! Karen e Mike sono proprio sopra di me nel Nodo3, e mi azzardo a distogliere lo sguardo per un attimo per chiamarli. Entrambi fluttuano nella Cupola, e ci dividiamo il poco spazio a disposizione per osservare l’oggetto mentre segue il suo percorso negli strati più alti dell’atmosfera. La sua scia è rimasta in balia dei venti stratosferici, che ne stravolgono la forma trasformandola in una serie di segmenti che serpeggiano partendo da terra sino a raggiungere il nero del vuoto siderale. Prendo una delle macchine fotografiche a disposizione, confidando che il programma automatico riesca a scattare delle foto nonostante la luce del tramonto cominci ad affievolirsi. Smetto di scattare solo quando il sole è del tutto in eclissi, ma non smetto di guardare. L’oggetto si disintegra sotto i nostri occhi, e a centinaia, probabilmente migliaia di chilometri di distanza, vediamo una nube di gas allargarsi a vista d’occhio, un fantasma di un biancore trasparente, che cresce in tutte le direzioni appiattendosi là dove incontra l’atmosfera. Con Mike e Karen ci chiediamo che fenomeno sia quello a cui abbiamo assistito, ma nemmeno da Houston riescono a darci indicazioni.
La sera scopriamo che si trattava del lancio prova di un missile intercontinentale russo, lanciato dal Kazakhstan. Siamo tutti e tre sorpresi dall’incredibile coincidenza di esserci trovati a osservare un evento raro. Non siamo sicuri di sapere cosa pensare. Io, da parte mia, mi accontento ancora una volta di aggiungere un altro prezioso pezzo all’unica mia collezione, l’unica che valga qualcosa: quella delle memorie.
Discussion: 31 comments
E finalmente hai scritto un nuovo pezzo !
Una sola parola …. ANCORA !
Hai uno stile scorrevole e familiare, quasi liquido, che prende per mano il lettore e lo porta sull’uscio dell’ambiente che descrivi, e gli fa sentire i suoni, percepire le emozioni, scorgere i particolari nascosti, coinvolgendolo e stupendolo piacevolmente.
Ancora …. vogliamo sentirti raccontare ancora.
Non ci si improvvisa narratori, tu hai un dono, sviluppalo.
E, se posso permettermi, sotto ogni tuo brano, metti sempre la tua firma come hai fatto nel brano sul Cygnus : orgogliosamente,
Luca Parmitano.
Un abbraccio di affetto sincero, Valeria
Dear Luca,
As usual, thank you for sharing your thoughts with us. It’s always such a pleasure to read you. You may not have Karen’s artistic eye, or Fyodor’s confidence with cameras, but you are awesome ;D
Take care,
Brigitte
Che dire, le foto sono incredibili. Qualsiasi fotografo “dilettante” ne sarebbe orgoglioso e sicuramente un po’ invidiato. Spesso il caso produce effetti sorprendenti, però la passione e la curiosità costante aiutano. Bravo. Devo ammettere che la mia prima reazione è stata di allarme. Ma come, un missile russo! Ma non sapevano che la ISS ci passava vicino? Pensi ancora che sia tutto sotto controllo? Lo spero tanto. Il cielo lassù diventa sempre più affollato, di oggetti e di rottami. Ho letto del progetto Loom di Google che vorrebbe lanciare centinaia di palloni stratosferici ad un’altezza di 18000 metri per consentire una copertura WiFi di zone difficilmente raggiungibili. Certo, la vostra quota è molto maggiore, ma come si farà a salire e scendere senza l’equivalente dei controllori del traffico aereo? Arrivederci.
Sei un grande, grazie mille!
Ciao Luca.
Complimenti per come descrivi i tuoi giorni lassù.
Certo ne avrai di cose da raccontare! 🙂
R.
Un articolo senza una sbavatura, un racconto senza un minimo di accenno alla continua caccia alla supremazia militare ora da una parta ora dall’altra. Un racconto prezioso di una missione spaziale che al di la delle acquisizioni scientifiche, Luca Parmitano ci racconta giorno per giorno le meraviglie del nostro pianeta. Grazie.
Preg.mo Luca
Ti invio un piccolo racconto. Mi piacerebbe che lo leggessi.
Grazie per il tempo prezioso che perderai.
Francesco Scorsone francescoscorsone@alice.it
Papa Francesco “il giusto”
Era da tempo, probabilmente dallo stesso giorno del suo insediamento, che volevo avere un incontro con Papa Francesco. Mi aveva colpito la scelta del nome “Francesco”. Il mio pensiero è corso subito al giorno dell’abdicazione di Benedetto XVI. Dissi fra me e me “mi piacerebbe che il prossimo Papa scegliesse il nome di Francesco”.
Non potevo credere alle mie orecchie, il nuovo Papa si sarebbe chiamato Francesco e non Francesco I (come qualche ignorante giornalista disse a suo tempo) ma solamente Francesco in quanto prima di Lui nessun altro Papa aveva scelto questo nome.
Avevo bisogno di partecipare questa mia personale premonizione a qualcuno ma pensavo che la gente avrebbe potuto dire: sì va bene ma era prevedibile. Sicché la tenni per me ma, segretamente, inviai un messaggio alla Santa Sede chiedendo una udienza privata con il Papa. Un’assurda fantasia che mi abbandonò dopo qualche settimana di silenzio del Vaticano. Figuriamoci un’udienza privata con il Papa. Ma chi ero io? La presunzione degli uomini spesso non ha freno ed io, come tutti gli uomini, avevo sperato per un momento di potere accedere alle divine stanze papali per un colloquio privato con Papa Francesco.
Erano passati parecchi mesi dalla sua elezione. Le gesta del Papa viaggiavano da un capo all’altro del pianeta come se fossero la normalità di un uomo di chiesa. Non è così era il Papa che viaggiava, era un uomo sì, ma anche il capo spirituale della Chiesa di Cristo. Il successore di Pietro era andato a Lampedusa così come era andato in Brasile, un uomo capace, nelle sue benedizioni domenicali, di grandi ammonimenti ai potenti della terra e al tempo stesso inviare 200 euro ad un’anziana signora rapinata da uno scippatore. Un uomo che scendeva tra la folla per baciare i bambini, gli ammalati, per stringere la mano a quanti gliela tendevano, incurante della viltà di prezzolati sicari. Giovanni Paolo II era stato vittima, durante il suo papato, proprio di un sicario. Pensai a quanto ero stato ingenuo nel mio pensiero presuntuoso di potere incontrare Papa Francesco “Il Giusto”. Mi piaceva l’idea di avergli dato questo soprannome “Il Giusto”.
Come tutti i grandi uomini Papa Francesco “il giusto” dorme poco, spesso come è noto si alza nel cuore della notte e tra il 13 e il 14 ottobre, forse una delle notti tra le più tormentate di questi ultimi mesi, si reca alla sua scrivania per lavorare e, nel cercare alcuni appunti di qualche tempo prima, nota una mail dimenticata. Era quella che gli avevo scritto nel mese di maggio di quest’anno.
Durante la notte sento che il mio cellulare vibra ripetutamente, rispondo un po’ preoccupato: “pronto”, “sono il Papa” – risponde una voce dall’altro capo del telefono – “so che mi volevi parlare ma anch’io ho qualcosa da dirti, vieni che ne parliamo”.
Mentre ancora mi domando se è uno scherzo o qualcos’altro, guardo l’orologio: sono le tre di notte, una macchina si ferma sotto casa pronta a trasferirmi all’aeroporto dove un aereo mi sta aspettando.
Cinquanta minuti dopo sono a Roma. Papa Francesco “Il giusto” mi sta aspettando. Mi saluta stringendomi la mano e mi dice: “siediti all’altro capo del tavolo” (un tavolo rettangolare di colore noce non particolarmente lungo). Comincia dicendomi: “So che sei sposato. Perché non porti la vera?”.
Gli rispondo senza indugio sostenendo che è un inutile orpello e lui aggiunge “Io porto la fede perché sono sposato con la Chiesa vuoi con questo dire che è inutile?”. Cerco di darmi un tono ma le domande che mi fa nel cuore della notte sono tante ed è difficile trovare una risposta a tutte. Mi sovviene, tra le tante risposte date anche quella dell’Arcangelo Michele che si presenta a San Francesco da Paola con uno scudo dicendogli “questo sarà lo stemma del tuo Ordine”. Mentre pronuncio questa frase entra nella stanza una suora la quale rivolta a Sua Sanità dice: “Santità è ora di andare a Santa Marta”. Il Papa esce facendomi un cenno di saluto con la mano.
Non ricordo bene come sia ritornato a casa. Ma che ci volete fare, spesso, i sogni non hanno né inizio né fine.
Palermo 14 ottobre 2013 Francesco M. Scorsone
Caro Luca
Innanzi tutto complimenti per le foto che mi lasciano sempre a bocca aperta tanto sono belle e incredibili.
La tua maniera di scrivere sa di racconti fantastici che solo qualche anno fa si trovavano nei libri di fantascienza , ora nel 2013 li stiamo vivendo in diretta ed è realtà . Devo dire anche che la tecnologia usata in questi termini è una meraviglia.
Ti ringrazio per tutto quello che ci fai condividere e la maniera con la quale ci proponi le tue esperienze.
Sei motivo di orgoglio per tutti noi Italiani.
Ps mia moglie è monegasca si vede quel piccolo paesello stato che è Monaco?
Grazie delle tue condivisioni. Un abbraccio poco fluttuante da un tunnel della metro di Roma.
Caro Luca, non ci conosciamo ma ho letto tutto comprendendo le tue emozioni, che sono diventate anche le mie. Così ogni giorno, cerco una tua foto, un tuo intervento sul social network, che testimonia la tua passione per ciò che stai facendo. Sarai parte di un equipaggio che farà storia, ne sono convinto. Grazie per quanto trasmetti e buon lavoro.
Carissimo Luca,
con le tue straordinarie parole sei riuscito ad entrare nel cuore di migliaia di persone… Per me, leggerti, è un dono prezioso e non hai idea di quante emozioni riesci a trasmettermi. Impossibile descrivertele…
Anche io aggiungerò un altro prezioso pezzo all’unica mia collezione: il ricordo di aver avuto l’onore di “parlare” con te.
Ti ringrazio immensamente, sperando di poterti conoscere un giorno…
Ti abbraccio caro amico.
Lino
Ciao Luca, io ho guardato le tue foto ogni giorno da quando siete lassù, insieme a quelle di Karen ed ho sempre pensato un qualcosa che non mi sono mai permessa di scrivere !!
Poi leggo qui quel qualcosa: confermo che le foto di Karen sono molto artistiche e riflettono e riportano una attenta sensibilità che Karen di certo ha.
Che bello leggere questa tua sincerità.
Ma tu che dici di non essere bravo con le fotografie, hai un qualcosa d’altro che è estremamente e ugualmente prezioso!
Hai la stessa sensibilità di Karen, anche se Karen ci aggiunge un tocco femminile, e in aggiunta tu hai “un cuore italiano” come diceva Depardieu nella pubblicità.
Detto così fa quasi sorridere, ma se si libera l’affermazione dall’ironia, dicendo così, si spiega tutto quel “tanto” che hai e che ci metti tu e tutto quel”tanto” in più lo dividi con noi quaggiù.
In questo tu hai il primato, a livello mondiale, si potrebbe aggiungere.
A me pare che sia non tanto, ma tantissimo !! BRAVO
Guarda il video di “Una Storia Da Raccontare”
Il vento passava le sbarre, fischiettando canzoni
tristi, e porta ricordi di vita, come nastri e
colori già visti,
la casa, glia amici, l’ultimo libro sul
comodino, il ricordo dei giorni felici, il mare,
il cielo, i colori, il vino
e c’è un’altra storia da dire, una favola da
raccontare, un amore che non può finire, una
pagina da inventare,
e c’è un’altra storia da dire, un aquilone che
non sa volare, un uomo che presto andrà a
morire, una pagina da colorare
ed il sole passava le sbarre, caldo d’amore ma
un po’ affannato, riscaldando l’ultimo giorno,
quello più lungo di un condannato,
e la luce inventava l’ombra,
e suggeriva il suo desiderio,
diventare domani luce,
svanire nel nulla e nel mistero
e c’è un’altra storia da dire, una favola da
raccontare, un amore che non può finire, una
pagina da inventare,
e c’è un’altra storia da dire, un aquilone che
non sa volare, un uomo che presto andrà a
morire, una pagina da colorare,
e domani sarà un altro giorno, con uno di
meno su questo mondo, ed una sedia che
scaricherà, rabbia e violenza in un solo secondo,
e domani sarà morte amara, un omicidio
legalizzato, un’ingiustizia chiamata legge, un
boia di nero mascherato
Altri testi di Nomadi
Io Voglio Vivere
Io Vagabondo
Un Pugno Di Sabbia
La Libertà Di Volare
Io Vagabondo
Canzone Per Un’Amica
Ti Lascio Una Parola (Goodbye)
Hasta Siempre Comandante
Ho Difeso Il Mio Amore (Night In White Satin)
Ma Che Film La Vita
Non sarai bravo come fotografo caro mio, ma in questi mesi, hai realizzato dei capolavori. 😉
Le foto di quella settimana poi, sono mozzafiato! Talmente tanto che mi hanno fatto (quasi) dimenticare quelle di casa mia.
So bene quanto quella dell’aurora sia stata cercata/voluta, in quanti te la chiedevano, e quanto avresti voluto accontentarci. E fu così che il premio, finalmente, arrivò: prima che per noi, per te.
Un etereo spettacolo fissato, grazie a te, anche nella mia memoria, tra le altre migliaia di emozioni e di ricordi. Chiaro, non l’ho vista dal vivo. Ma che shock bellissimo trovarmi quella foto all’improvviso! Inaspettata, magica… non riuscire a trovare le parole per esprimere lo stupore… e la cosa più bella, l’unica certezza, è sapere che basterà riguardarla per riaccendere il cuore e rivivere tutto.
E’ verissimo che ogni foto racconta una storia: dentro ognuna di esse ci sono delle persone, delle vite, dei momenti, che, per ovvi motivi, saranno irripetibili. E’ proprio per questo che uno scatto, due parole su un foglio, sono necessari per fissare, per bloccare l’attimo… per congelarlo prima che sfugga via. La memoria poi farà il resto. Anche la mia.
Comunque, la foto più bella è sempre quella che ancora deve arrivare, no? 😉
Grazie per queste magie, adorabile portatore di sogni… : )))
E grazie perché dare voce, “fare parlare”, delle foto così belle non è facile. Tu ci riesci.
Bacione
Grazie Luca,
grazie per aver risposto con un pezzo come sempre pieno di magia ed anche di informazioni alle domande che molti, fra cui anche io, avevamo fatto su queste foto della scia e della nuvola di gas conseguenti al lancio del missile.
Leggere i tuoi “racconti” dà un senso di vicinanza e di collegamento con voi che costituite l’avamposto dell’Uomo nel futuro…
E se le tue “memorie” saranno ricche di tesori dopo questa tua esperienza orbitale, grazie a te lo saranno anche le nostre… Grazie e buon lavoro!
Ale
Grazie infinite Luca.
Se Le emozioni nutrono l’anima, con te tutte le volte é un’abbuffata!!!
Virgilio
Caro Luca, leggo sempre con emozione i tuoi scritti, perché trasmettono tutta la tua passione nella tua avventura spaziale e in qualche modo anche noi ci sentiamo partecipi. Quando alla sera vedo sorvolare nel cielo sopra di me l’ISS, mi sembra di potervi salutare tutti voi.
Buongiorno Sig. Parmitano.
avrei bisogno di comunicare con lei, è possibile?
Caro Luca,
ti seguo non da tantissimo e non ho avuto ancora modo di sfogliare tutto il tuo “album fotografico” ma le foto che ho visto sono state sufficienti per darmi la sensazione di essere di fronte ad “un artista” e sottolineo artista, non intendo grande fotografo. Hai descritto molto bene ( del resto come non riconoscere le tue doti di scrittore! ) la tua esperienza con la macchina fotografica; tu non conosci le tecniche, sei impacciato con congegni troppo complicati ( lo dici tu, se non ho capito male, ma non ci credo!) eppure le tue foto sono un racconto … e secondo me sono anche di più perché stimolano l’emotività e la fantasia di ciascuno di noi che cerca di scoprire la tua storia ma ne racconta anche una propria fatta di percezioni, pensieri ragionati o immediati ed è sorprendente e magico leggere le storie di tutti… mi piacerebbe poter dedicare più tempo anche ai diversi commenti su fb ma non ne ho a sufficienza per tutti!
Tu “senti il silenzio del mondo” dallo spazio e ce lo racconti e noi quaggiù spostiamo il senso del tuo racconto nella direzione che vogliamo… io non sono una critica d’arte ma secondo me le tue foto sono artistiche perché stimolano in noi emozioni, le stesse che proveremmo di fronte ad un quadro di un pittore impressionista o surrealista. Raccogli le tue foto con la tua presentazione e aggiungi per ognuna di esse qualche commento che ti ha particolarmente impressionato … Ne farai un’opera d’arte “futurista partecipata” candidata al Premio Nobel dell’arte … secondo me, naturalmente, me che non sono “nessuno”!
Complimenti “grande uomo” e grazie!
Orlanda Sanvitale
I would just like to thank you for your bravery, let alone the beautiful images of the earth that we call home through the lens your camera, It truly must be beyond words. A highlight would be a photo of you kissing the cheek of Karen,
just being cheeky, loving your work lots of thanks
Caro Luca, le foto che tu ci spieghi così bene nel tuo racconto, mi avevano colpito in modo particolare per la loro spettacolarità e bellezza di colori, praticamente con le stesse emozioni da te descritte. Quel missile che non sapevate da dove era stato lanciato ti confesso mi aveva messo un poco d’ansia e mi ero detta: ma come lanciano missili così facilmente? e non c’era pericolo che li colpissero?? ma poi con razionalità avevo pensato che tutto era stato calcolato e che non dovevo avere timore alcuno. Dici di non essere un bravo fotografo, ma nelle tue foto si sente il cuore e l’anima che ci ha messo, perciò sono più che artistiche!! Grazie per l’emozione che ci regali ogni giorno, continua il tuo viaggio seguito dal ns. affetto, Ciao
(translated by: BING, so….. i’m delegating blame to BING for any misunderstandings!-)
luca,
thank you for sharing your pictures and your stories…
you’ve never been a good photographer? who knew there was a contest? i remember seeing your first image you shared from the i.s.s. it was a grand image of the earth where one can see the curved horizon, and no real discernible landmark features. this was far different than what col.chris hadfield had shared… col. chris hadfield loved to share earth images using the powerful telephoto lenses where he would capture close-up images of unusual landmarks… both your images as well as col. chris hadfields images have merit!
in regards to the missile trail photo, and the disintegrating gas cloud from the exploded missile, i wonder if there is more than one image of each of these artifacts? i imagine there are a few organizations that wish that the missile and explosion wasn’t public information, however, i believe we all gain and benefit from the knowledge and images of what was observed… — the reason i ask if there is more than one image, is because i am a fan of 3D stereo photography. it’s likely an unrealistic expectation, however, i had been attempting to encourage col. chris hadfield and maybe a couple of others to capture more than one image of the same subject to hopefully capture 3D stereo images. this would certainly consume a lot of space in the memory cards, however, for a few items, the end result may very well be worth it… over the next ten to twenty years, we will likley see more and more 3D computer monitors and video screens. now would be an excellent time to start looking towards the future in viewing 3D images and video, and capturing images in 3D stereo, although the current technology may be somewhat limited… i think noctilucent clouds, and the aurora would be spectacular candidates for 3D stereo photographs from the i.s.s.
for what it is worth… here is an example of 3D photography from space… many of these images are 3D stereo by accident!-)
https://www.facebook.com/christopherdaniel.maxwell/media_set?set=a.539452866119575.1073741845.100001645980109&type=3
one may also view a few of my other albums of 3D stereo images, most of which are multiple equilaterally linear offset exposures taken by a single camera phone.
i really don’t expect any changes in your photographic process… in fact if i were to create 3D stereo images of earth from archives we currently have, i anticipate reviewing a lot of video to see if there is anything that can be used to create a 3D stereo image from individual consecutive frame captures…
you mentioned, “Some may remember the ending of a famous song from many years ago that repeated insistently that every picture tells a story.” – i am curious as to what this song is???
warm regards,
christopher daniel maxwell
————————————————————————————————————————–
(tradotto da: BING, quindi… io sto delegando la colpa a BING per eventuali malintesi!-)
Luca,
Grazie per condividere le tue foto e le vostre storie…
Sei mai stato un buon fotografo? Chi sapeva che c’era un concorso? ricordo di aver visto la tua prima immagine che hai condiviso dall’i.s.s. era che una grande immagine della terra dove si può vedere l’orizzonte curvo e caratteristiche non discernibile reale punto di riferimento. Questo era molto diverso rispetto a quello che col.chris hadfield aveva condiviso… il colonnello chris hadfield amava condividere immagini utilizzando i teleobiettivi potenti dove egli avrebbe catturare immagini ravvicinate dei punti di riferimento inusuali… le immagini come pure col immagini di chris hadfields hanno il merito di terra!
per quanto riguarda la foto del sentiero di missile e la nube di gas disintegrando da missile esploso, mi chiedo se c’è più di una immagine di ciascuno di questi manufatti? Immagino che ci sono alcune organizzazioni che desiderano che il missile e l’esplosione non era pubbliche informazioni, tuttavia, credo che siamo tutti guadagnare e beneficiare le conoscenze e le immagini di ciò che è stato osservato…..–il motivo che mi chiedo se c’è più di un’immagine, è perché io sono un fan della fotografia stereo 3D. è probabile che un’aspettativa irrealistica, tuttavia, avevo tentato di incoraggiare col chris hadfield e forse un paio di altri per catturare più immagini dello stesso soggetto a speriamo che cattura immagini stereo 3D. certamente questo consumerebbe un sacco di spazio in schede di memoria, tuttavia, per alcuni articoli, il risultato finale potrebbe essere degno esso… nei prossimi dieci a venti anni, ci sarà likley vedere più e più 3D monitor di computer e schermi video. ora sarebbe un ottimo momento per iniziare a guardare verso il futuro nella visualizzazione di immagini 3D e video, catturare immagini in 3D stereo, anche se l’attuale tecnologia può essere un po ‘ limitata… penso che nubi nottilucenti e aurora sarebbe spettacolari candidati per fotografie stereo 3D dall’i.s.s.
per quello che vale… Ecco un esempio di 3D fotografia dallo spazio… molte di queste immagini sono stereo 3D per caso!-)
https://www.facebook.com/christopherdaniel.Maxwell/media_set?set=a.539452866119575.1073741845.100001645980109&Type=3
uno può anche visualizzare alcuni dei miei altri album di immagini stereo 3D, la maggior parte delle quali sono esposizioni offset equilaterally lineari multiple prese da un singolo telefonino.
davvero non mi aspetto che tutte le modifiche nel vostro processo fotografico… infatti se dovessi creare immagini stereo 3D della terra dagli archivi che abbiamo attualmente, prevedo di rivedere un sacco di video per vedere che se c’è qualcosa che può essere utilizzato per creare un’immagine stereo 3D da singoli fotogrammi consecutivi cattura…
Lei ha citato, “Alcuni ricorderanno il finale di una canzone famosa da molti anni fa che ripete insistentemente che ogni immagine racconta una storia.” – io sono curioso di sapere che cosa è questa canzone???
Cordiali saluti,
christopher daniel maxwell
Luca,
che meraviglia i tuoi post!
Una volta lessi che lo scopo di ogni fotografo è arrestare il movimento, che è vita, con mezzi artificiali e tenerlo fermo in modo che cent’anni dopo, quando un estraneo lo guarderà, torni a muoversi, perché è vita.
Mi piace pensare questo anche delle tue foto.
C’è cuore pulsante, anche quando fotografi un deserto e questo perchè nelle tu metti sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e… il cuore.
Non c’è solo profondita di campo nelle tue foto, ma profondità di sentimento ed è per questo che la foto dell’ Aurora ha entusiasmato e galvanizzato tutti.
Sapevamo con quali occhi la stavi guardando e nei tuoi occhi c’erano tutti i nostri sentimenti, tutta la nostra ammirazione e tutti i nostri sogni…
Ci rendi la vita più bella, Luca.
Graziegraziegrazie.
Foto-Grafare = Scrivere con la Luce , perché l atto in sè é solo un click , un istante , ma l arte di fotografare é il desiderio di scoprire , la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tu hai scritto con la luce pezzi di un mondo , la nostra Terra, pezzi di storia , e ricordi di viaggio , la tua storia e il tuo viaggio, immagini di rara bellezza, che hanno raggiunto l eternità e meraviglie che rimarranno immortali , hai dimostrato che le fotografie si fanno con gli occhi , il cuore e la testa, facendo diventare l osservatore una persona diversa … Come farò tra un mese ? … OVER … 😉
Ciao Luca,
natura, artificialità, magia, emozione, umanità!
c’è tutto in questo tuo post, e forse anche di più!!!
Ci siamo emozionati noi, qui da dietro un monitor, nel veder le foto di questi giorni, figuriamoci chi le immagini le ha memorizzate nell’hard-disk umano!
Every Picture Telles a Story!!! E’ vero, ogni immagine racconta una storia, e non occorre essere maghi della tecnologia fotografica; le foto raccontano ed immortalano ciò che l’autore vede, nel modo in cui lo vede lui, e poi trasuda sempre la personalità dell’autore degli scatti; ed anche qui, durante il tuo viaggio reale-fantastico (fantastico perchè anche tutti noi qui da terra viviamo fantasticando la tua avventura, che ormai è anche nostra), da ogni tua foto si percepisce l’umanità dell’autore.
Aspettiamo con ansie altre foto e quindi altre emozioni.
Ciao Luca, complimenti e continua così!
Maria Teresa
capisco che la realtà che si vede da lassù è talmente bella che qualsiasi dilettante saprebbe essere un bravo fotografo… ma la tua semplicità nell’esprimere le tue emozioni e nel raccontare attraverso gli scatti con cui ci delizi + davvero spiazzante… hai un modo così diretto e tranquillo che leggerti è un vero piacere… grazie per tutto quello che fai per noi … torna presto… il mio sogno un giorno sarà quello di poterti conoscere e stringerti la mano per complimentarmi dal vivo… grazie grazie grazie!!!
Ciao Luca, le tue parole hanno un solo e grande effetto su tutti noi che le leggiamo…. EMOZIONI… esprimono una sensibilità che… sembra di essere li con te! Va bhe posso andare a dormire e sognare di volere un’altra vita.. per diventare.. astronauta!
Grazie per questa incredibile sensibilità e per le tue poetiche immagini. Le tue memorie, i tuoi racconti visivi e scritti non fanno compagnia solo a te, ma anche a tanti tanti qui a Terra… Ti ho scoperto da poco su facebook e ora qui… e ti seguirò. Grazie ancora.
Hi Luca, My mum would have loved to been able speak to a man in space. I love the photo’s that you take, you do take great pictures. Your job is a very interesting one. I love reading you posts Luca. Have a good day mate.
Laurence.
Grazie Luca, per voler condividere tutto ciò che i tuoi occhi vedono e vedranno.. I tuoi racconti sono meglio delle fiabe della buona notte.. Ogni foto racconta una storia.. e si sa che la storia è infinita.. per quanto possiamo saperne.. 😉 Grazie ancora..sono veramente immagini splendide e uniche e il tuo modo di raccontare è quello di un narratore nato..
Caro Luca,lo sai perché le foto che ci invii corredate da commenti apparentemente semplici, ma incredibilmente intensi,sono uniche ed eccezionali? Perché sembrano dotate del potere di tornare a te portandoci dietro e facendoci penetrare, attraverso il tuo sguardo, nell’ intimità delle tue emozioni. Ci emozioni perché ti emozioni. È questo che ti rende unico! &’
hello Luca..ho visto una volta sul cielo..un filo di luce cosi un momento…mi fa paura….e auguri a voi tutti..prego per voi…….God bless y……