Per l’astronauta ESA Paolo Nespoli è arrivata l’ora di tornare sulla Terra. La navicella Soyuz MS-05 è pronta per il ritorno a casa di Paolo e dei colleghi Sergei Ryazansky (Roscosmos) e Randy Bresnik (NASA). Alle ore 03:00 (ora italiana) il portello tra la Soyuz e la Stazione Spaziale Internazionale sarà chiuso e inizierà la preparazione per la partenza vera e propria.
In questo video potete vedere nel dettaglio tutte le varie fasi del rientro:
Per prima cosa gli astronauti si sigillano all’interno della Soyuz chiudendo il portello che li divide dalla Stazione Spaziale. Iniziano a questo punto, una serie di controlli, di check, di test del veicolo di ritorno.
Per prepararsi al ritorno a Terra gli astronauti berranno inoltre molta acqua: in questo modo non arriveranno disidratati alla fine del viaggio.
Mentre i controlli sulla navicella vanno avanti l’equipaggio starà ascoltando, via radio, le istruzioni e alcuni consigli per l’atterraggio dal Centro di Controllo di Mosca:
“Potreste provare le seguenti sensazioni durante il viaggio di ritorno
- Un senso di schiacciamento
- Pesantezza
- Respiro affaticato e difficoltà a parlare
Si tratta di sensazioni del tutto previste. Rimanete calmi. Se doveste avere delle difficoltà visive contraete i muscoli dello stomaco verso l’interno; è importante inoltre che facciate respiri profondi e prima di buttare fuori l’aria cerchiate di trattenere il fiato il più a lungo possibile”
A questo punto Paolo e i compagni testeranno la tenuta stagna delle tute Sokol e verificheranno che il portello tra la Soyuz e la Stazione sia ermeticamente chiuso.
Intorno alle 06:13, i tre astronauti lasceranno la Stazione Spaziale: è il momento del cosiddetto undocking. La navicella Soyuz ha mollato gli ormeggi. E inizia a cadere, muovendosi su un’orbita diversa da quella della ISS. Il ritorno della capsula, in effetti, non è altro che un precipitare a terra in modo controllato.
Dopo alcune orbite, ecco il momento più importante: la Soyuz accende i motori e si dà la spinta definitiva che ne determina l’uscita dall’orbita (deorbit burn intorno alle 08:44). In pratica, si tuffa verso l’atmosfera. E subito dopo, si libera di due dei tre moduli di cui è costituita: il modulo orbitale e il modulo di propulsione hanno abbondantemente terminato il loro compito, come del resto i pannelli solari. Rimane soltanto il modulo di atterraggio, protetto da un efficace scudo termico. Quando entra negli strati più densi dell’atmosfera, il modulo sarà una specie di cometa incendiata: circondato dal plasma incandescente.
A circa 20 minuti dall’atterraggio, previsto per le 08:38, iniziano le manovre per rallentare la velocità di discesa, che nel giro di 8 minuti raggiunge gli 800 km/h. 15 minuti prima dell’atterraggio, si aprono 4 paracadute: prima due, poi, in successione, altri due. Nel complesso, in appena un quarto d’ora, la capsula rallenta fino a circa 30 km/h. Appena un secondo prima dell’atterraggio, si accendono 4 piccoli motori che, come nelle astronavi dei film di fantascienza, con la loro propulsione rallentano ancora la velocità dell’impatto a circa 5 km/h.
Un team sarà nelle vicinanze pronto al recupero e ad accogliere i tre astronauti.
Questa una timeline semplificata (in GMT):
05:13:00 | Viene dato il comando di undocking |
05:14:30 | Separazione dalla Stazione |
05:17:30 | Si accendono i thruster |
07:44:58 | La Soyuz accende i motori per uscire dall’orbita |
08:12:12 | A 139 km sopra il suolo il modulo di propulsione e quello orbitale si distaccano |
08:23:27 | A 10 km dal suolo il paracadute si apre |
08:37:49 | A pochi secondi dall’arrivo a terra i retrorazzi si accendono per attutire l’impatto |
Discussion: one comment
Wishing safe return of you three. You are among the few who really feel and perceive the uniqueness of the Mother Earth within the endless universe. Listn to the message pls https://t.co/QhoHZbqL0H frm a tiny farming commun in Bangladesh.