Concordia

Concordia

L’inclinazione dell’orbita della Stazione ci permette di vedere la maggior parte della superficie terrestre, ma è al contempo una rotaia inesorabile che ci preclude la visione delle aree al di là del nostro orizzonte. Fra le aree che non vedremo mai dal nostro privilegiato punto di vista vi sono i Poli. Il nostro sguardo sfiora i circoli polari, ma si ferma intorno ai 70° senza potersi inoltrare fra quelle affascinanti, inesplorate e inospitali regioni.

Recentemente ho avuto però l’opportunità di avvicinarmi, seppur virtualmente, a questo mondo sconosciuto ai più, attraverso l’esperienza vissuta da nove straordinarie persone: Anne Marie, Antonio, Elio, Evangelos, Olivier, Helene, Albane, Simonetta e Luigi mi hanno accolto nel caldo tepore di Concordia, la stazione Italo-francese di ricerca in Antartica.

Concordia groupAttraverso un collegamento audio-video satellitare, l’ESA ha organizzato un incontro tra due ambienti estremi, lontanissimi eppure stranamente analoghi. Conversando di esperimenti, ricerca, tecnologia, ci siamo resi conto che nonostante la distanza fisica, le nostre esperienze sono accomunate dalla stessa passione, come una fiamma che supera ostacoli e barriere, incendiando i nostri spiriti, alimentando i nostri desideri, bruciando la fatica e trasformandola in esperienza.

Credits: IPEV/PNRA-A. Litterio

Credits: IPEV/PNRA-A. Litterio

Nel piccolo schermo osservo uno ad uno i volti, aperti e cordiali, degli esploratori dei confini del mondo e li immagino rilassati, alla fine di una giornata di lavoro, riscaldati dal tepore della cena appena consumata nell’intimità della sala comune: dietro di loro intravedo scaffali pieni di libri, una tavola, dei piatti, oggetti di vita ordinaria che diventano straordinari quando penso al contesto in cui si trovano. Mi accolgono fra di loro, come uno di loro, e la familiarità del linguaggio mi rilassa e diverte. Dimentico di dove mi trovo, cerco di rispondere alle loro domande e porgo le mie, incuriosito dall’analogia delle nostre esperienze. Molti degli esperimenti di fisiologia sono comparabili a quelli che effettuiamo sull’ISS, anche loro subiscono la separazione dagli affetti per lunghi mesi, e molte delle ingegnose soluzioni di Concordia mi ricordano quelle dell’ISS.

Parliamo a lungo, e quando ormai il tempo sta per finire uno di loro mi chiede se ho mai visto un’aurora. Gli rispondo di averne viste alcune, e in particolare una di straordinaria luminosità e bellezza, avvistata solo poche settimane fa: una fantasmagorica coreografia di smeraldo e turchese, cangiante e sinuosa, mutevole e perfetta. Indovino entusiasmo ed emozione nella sua voce quando mi risponde che anche loro l’hanno vista – ed era strano pensare che abbiamo vissuto un’esperienza comune da migliaia di chilometri di distanza.

Cade il contatto satellitare, e non riesco ad aggiungere un pensiero che mi sovviene con un attimo di ritardo: che in realtà, tutte le volte che guardiamo verso il cielo, e ammiriamo le stesse stelle, condividiamo la stessa esperienza con tutti coloro che ancora vogliono e sanno sognare.

Sunrise from space. Credits: ESA/NASA