Credits: NASA-V. Zelentsov

Sono le 9:30 del mattino del 28 Maggio mentre scrivo. Mancano solo poche ore al lancio, e cerco di analizzare i miei pensieri e le mie emozioni. In moltissimi mi avete chiesto cosa si prova in questi momenti, ma è molto difficile descriverlo: meglio allora utilizzare le parole di chi è molto più bravo di me a farlo. Ad esempio lo scrittore Sandro Veronesi: anni fa lessi il suo “Caos calmo”, e credo il titolo si adatti bene anche al mio stato d’animo attuale.

Il mio focus è sulla partenza. Le procedure cominciano ore prima: inizialmente un controllo medico, poi speciali procedure igieniche per evitare di portare i “nostri” batteri a bordo dell’ISS.

Poi alcune tradizioni: verremo invitati, insieme all’equipaggio di backup, a un brindisi con dello spumante. Noi non potremo bere, ma l’equipaggio di backup si: a quel punto avranno “rotto” una regola, e non saranno più qualificati al volo. Quindi firmeremo i nostri nomi sulle porte delle nostre stanze al Cosmonaut hotel – io porrò la mia accanto a quella di Chris Hadfield, di cui sono stato backup. Infine, un prete ortodosso, quello di Star City, ci darà la sua benedizione. È l’ultimo momento per vedere i nostri cari da vicino – l’emozione sarà già alle stelle, e non avremo ancora lasciato l’albergo!

Credits: NASA-B. Ingalls

Ma sebbene tutto ciò sia centrale nei miei pensieri, se chiudo gli occhi un attimo tutto svanisce, e si forma l’immagine di una strada.

La strada che mi ha portato oggi a scrivere queste parole è fatta di moltissimi passi: ogni passo è stato fatto insieme a una persona che mi ha accompagnato in un determinato momento, cambiando me, la direzione, la velocità, il sentiero. Tutte queste persone oggi fanno parte di me e del mio viaggio, ed è a loro che vorrei dedicare questo ultimo blog a 1g, con una sola parola, la più importante: grazie.