Il portello della Soyuz appena chiuso è come la copertina di un libro appena finito di leggere. Il senso di abbandono è sorprendente, fino a che non si comprende che l’ultima pagina non è altro che l’invito ad aprire la prima del prossimo libro.
Con questo pensiero mi consolo mentre mi spoglio dei miei abiti “civili”, un semplice pantalone e T-shirt, per indossare quelli che mi accompagneranno nel viaggio di rientro.
Due speciali indumenti, chiamati Kentavr, sono stati appositamente sviluppati in Russia per facilitare il rientro: si tratta di due gambaletti e un paio di short elastici, che avvolgono i polpacci, i glutei e le cosce, per minimizzare il flusso di sangue verso la parte bassa del corpo – evitando così possibili malori dovuti a un diminuito afflusso di sangue alla testa. Li indosso direttamente sopra la pelle. Intorno al petto, sistemo la cintura con gli elettrodi per registrare il battito cardiaco, la stessa con la quale sono arrivato sull’ISS. Sopra tutto, indosso la sottocombinazione Camelia, una tuta aderente in semplice cotone.
Poi inizia la paziente vestizione della tuta spaziale Sokol, certamente non complessa come lo scafandro da attività extraveicolare EMU, ma altrettanto importante. Karen mi aiuta a stabilizzare il torso mentre io mi infilo nella guaina ermetica, poi aggancio i cavi delle cuffie e della fascia biomedica. Con calma, mi sigillo all’interno della tuta, stringendo con cautela ogni laccio, controllando con cura ogni cerniera. Nel frattempo Fyodor ha già completato i primi controlli della navetta, e i computer di bordo sono già accesi e pronti a reagire ai nostri input.
Ancora una volta sono il primo a installarmi nel sedile: la microgravità mi facilita il compito, e ricordo con quanta fatica effettuavo gli stessi movimenti, a terra, appena sei mesi fa.
Karen è pronta nel posto destro in pochi minuti, poi è il turno di Fyodor: quando spegne le luci del modulo abitativo della Soyuz, è per l’ultima volta. Seguendo le procedure nei nostri manuali, Fyodor sigilla il portello interno, poi aggancia le cinture nella sua postazione. Quante volte, in simulazione, ho visto questa identica immagine? Il senso di deja vu è mitigato dalla presenza della torcia olimpica, fermamente allacciata alla struttura della capsula di rientro, proprio tra me e il comandante.
La sequenza di sgancio non inizierà che fra qualche ora, ma siamo già impegnati con i controlli di tenuta stagna. In tutto e per tutto identici a quelli eseguiti per il re docking di appena una settimana fa, Fyodor, Karen e io navighiamo tra le procedure con facilità. Tutto funziona perfettamente, senza sorprese – in questo momento non sarebbero affatto gradite.
Sequenza di sgancio
Il nostro controllore, da terra, segue ogni nostro movimento grazie alla telemetria, confermando ogni nostro commento e gli orari in cui invieremo i comandi di attivazione della sequenza di sgancio. È mia prerogativa, come ingegnere di bordo, inviare questi comandi, mentre Fyodor sarà impegnato nel controllo visivo del distacco: al momento previsto, eseguo in russo un conto alla rovescia, e do il via alla sequenza. Il ronzio dei motori elettrici che aprono i ganci della Soyuz è inaudibile attraverso le cuffie: ma in pochi minuti percepiamo il leggerissimo movimento della navetta. Ci siamo sganciati. La Soyuz accende i motori secondari per garantire la separazione, poi per circa due orbite saremo in deriva libera, allontanandoci dalla Stazione. Non posso descrivere la sensazione di quel distacco, ma so che sono contento di non poter vedere l’ISS mentre i suoi contorni si trasformano in una luce che sbiadisce fino a sparire. Forse non sarò mai veramente pronto a lasciarla. Forse non l’avrò mai veramente lasciata.
Le due orbite scorrono tra metodici controlli dei parametri di bordo e ripasso di procedure di rientro. Fyodor, al suo terzo volo di Soyuz, ancora una volta ci ricorda come prepararci alle fasi più impegnative, approfittando della temporanea calma.
Mi ritrovo a guardare fuori dal mio oblò: ogni volta ripeto che controllo l’assetto della navetta – ma le nuvole, che si confondono con le nevi dei ghiacciai che indovino fra i picchi che scorrono sotto di me, catturano la mia mente, folgorandola con la stessa intensità di quando, sei mesi fa, i miei occhi si ubriacarono dello stesso contrasto tra bianco e azzurro.
Poi è il momento: come centinaia di volte in simulazione, mi sistemo nel mio sedile fino a sentirne il contorno lungo la schiena, stringendo le cinture di sicurezza con tutta la mia forza.
Sequenza di separazione
Le mie dita, protette dai guanti, sollevano la guardiola che protegge i tasti che utilizzerei in caso di emergenza – non voglio intralci nel caso in cui fossi costretto ad attivarli. Mentre Fyodor configura il suo schermo per inviarne l’immagine al Centro di Controllo, inizio, ancora una volta in russo, l’ennesimo count down. La Soyuz risponde perfettamente, ogni indicatore è in perfetto orario: la vibrazione che testimonia l’accensione del motore principale conferma la spia che si accende nel mio schermo. Per poco più di quattro minuti il comandante legge i parametri della decelerazione mentre io li confronto con quelli calcolati in precedenza. La differenza è minima. Aspettiamo il momento in cui il computer calcola 128m/s, e lo spegnimento del motore: inizio un ennesimo conto alla rovescia, ad alta voce: “5, 4, 3, 2, 1…1, 2, 3…” le mie dita sono già sul tasto di arresto manuale del motore, ma la procedura mi intima di attendere ancora prima di attuare il pulsante. E dopo tre, lunghissimi, secondi, il motore viene spento dal computer di bordo, e posso rilassarmi: la sequenza di separazione avverrà regolarmente e automaticamente. Si tratta di attendere solo qualche minuto: gli indicatori sui nostri schermi indicano che tutto procede regolarmente, i tre secondi di ritardo allo spegnimento possono essere facilmente corretti durante la fase atmosferica di rientro.
Al momento previsto, come un orologio perfettamente calibrato, il computer di bordo dà inizio alla sequenza di separazione, sottolineata da vari allarmi, suoni e luci che, dopo centinaia di simulazioni, non solo non mi sorprendono ma sono benvenute conferme che tutto procede regolarmente. I formati sui nostri schermi cambiano automaticamente, ma io ho alcuni controlli da fare prima di ritornare sulla pagina di discesa. Le mie mani si muovono automaticamente mentre verifico che il paracadute principale è già selezionato, poi apro le valvole che permetteranno la ventilazione dopo l’atterraggio e chiudo quella che, fino a un istante fa, permetteva il passaggio dell’ossigeno alle nostre tute dal modulo di servizio – che si è appena trasformato in un relitto pronto a disintegrarsi nel plasma che fra poco ci circonderà.
L’ingresso in atmosfera
Il mio ultimo sguardo dallo spazio mostra una rotazione lenta e non inattesa. Tutto fuori è di un nero che conosco bene. Riporto lo sguardo agli strumenti di bordo: voglio essere sicuro di catturare l’ingresso in atmosfera, che la navetta calcola in base alla decelerazione. Nel preciso istante in cui il computer indica l’ingresso, giro la testa dentro il casco della mia Sokol per guardare fuori: l’oblò mi restituisce una luce bianca e densa, come se la Soyuz sprofondasse in uno spesso liquido. Il peso comincia a farsi sentire: leggo i dati sul mio schermo, confermando ad alta voce quelli letti da Fyodor. Ad appena 0.5g mi sento schiacciato dalla mano di un gigante che mi fa sprofondare dentro il mio sedile: con il braccio destro cambio il formato del computer per leggere i parametri dei sistemi di bordo, ed è come se dovessi sollevare il braccio di un’altra persona. Quando leggo 2.0g diventa difficile respirare, con il petto schiacciato dal peso dello scafandro e del corpo stesso: ma non è che l’inizio. Faccio uno sforzo per guardare ancora fuori, ma ne vale la pena: lo spettacolo di colore che mi aspetta fuori dall’oblò mi ipnotizza – rosso e arancione dominano il campo visivo, e a velocità supersonica vedo quel che rimane dello schermo termico che brucia passando come un meteorite lungo la direzione di volo, disintegrandosi a 1600 gradi di calore bianco.
“Karen, guarda, guarda fuori…”, è tutto quel che riesco a dire.
Le cifre continuano a scorrere inesorabili, 2.5g, 3, 4, 4.5g. Adesso sento il peso della pelle sulla gola che mi schiaccia la laringe, e quando leggo il picco massimo, a 4.91g, è con molta fatica che riesco a vocalizzare i parametri. Ma dura solo alcuni, seppur lunghissimi, istanti: la fase discendente della decelerazione è accolta con sollievo da tutti noi. Adesso “cadiamo” nell’atmosfera terrestre a circa 400m/s, e Fyodor a intervalli regolari inizia il contatto radio, sperando di cogliere il segnale degli elicotteri di soccorso.
Atteraggio
Quando inizia la fase di apertura del paracadute, la sensazione è di essere sulle montagne russe: la navetta è sballottata da una parte e dall’altra, mentre contemporaneamente ruota sull’asse a 13 gradi al secondo, ma io mi sento benissimo e rido di pura gioia. Gli ultimi eventi della discesa si susseguono rapidamente: sullo schermo del computer osservo la cabina depressurizzarsi, e so che di lì a poco si sgancerà quel che rimane dello schermo termico che ci ha protetti dal calore infernale del plasma. Con un sussulto ce ne liberiamo, poi i tre sedili si muovono rapidamente verso il cockpit, spinti dal sistema pneumatico di ammortizzazione.
Dagli elicotteri i soccorritori ci indicano le quote – 2000 metri, 1500… con una rapidità sorprendente è il momento di stringere le cinture per l’ultima volta. “Prepararsi all’impatto!”… mi riempio d’aria i polmoni, chiudo la bocca, irrigidisco tutti i muscoli cercando di spingere il collo dentro il sedile. Poi l’impatto, che si confonde con l’accensione dei retrorazzi, che mi svuota i polmoni attraversandomi tutto il corpo, mentre il sedile sprofonda riducendo la decelerazione da 20g a circa 5g. Quel che resta della Soyuz rimbalza ancora un paio di volte, prima di fermarsi su un fianco. Dentro, noi ci guardiamo intorno, tre pollici sollevati davanti a noi per confermare che stiamo bene. Io sto ridendo come un bambino. Sento fortemente il senso di simmetria, quasi palindromica, di quello che sto vivendo: sei ore di volo mi hanno portato sulla Stazione – sei ore fa ero ancora a bordo. Ora sono tornato. Nulla è cambiato – nulla sarà mai uguale.
Discussion: 66 comments
Da qualche giorno mia figlia (9 anni) mi chiedeva se avresti raccontato il tuo ritorno!
Grazie Luca per avere condiviso la tua avventura con noi e per averci fatto sognare insieme.
Quando tornerai in Italia sarebbe bello se raccontassi la tua avventura nelle scuole italiane: servirebbe ai giovani (e anche ai genitori) a guardare più in alto dello spread …
Davide (il papà) e Chiara (9 anni)
Grande Luca! Mi emoziono sempre quando racconti perchè sei estremamente dettagliato che sembra di esserci, di viverlo… ma c’eravamo tutti con te quel giorno… Grazie infinite!
Ivana
Reading this one was intense and my eyes are watery now with emotion. Great writing ! What a ride! Wow! Glad you, Karen, and Fyodor are all doing well.
Bentornati Luca! Sei tu a rendere storica questa giornata per gli italiani!
Luca,
although I am following the adventures of former station Mir cosmonauts, it is the first time I can read such a great testimony of what it is from a human point of view to get back within a Soyouz !
Thank you so much for letting us know how it is there, and for you ham radio activity during your flight.
I wish you the very best on earth now.
73 from Lou F5FIE.
Surely Luca’ll be right and nothing will ever be the same. Thanks again for bringing it on the way home. You have managed to live a wonderful dream awake! “Ciao Luca!”.
Carissimo Luca, ho seguito il vs rientro la notte del 11 c.m .Ho cercato d’ immaginare in quelle ore di trepida attesa ,cosa stavate provando all’interno di quella capsula.Virtualmente, grazie a TE ho viaggiato sulla ISS e mi mancava l’emozione del ritorno,eccolo il tuo regalo speciale.
Ho letto il racconto trattenendo il respiro, soffermandomi e rileggendo ogni passaggio come fossi seduta accanto a Voi,è una descrizione particolareggiata da grande suspance…
” ma io mi sento benissimo e rido di pura gioia. “… e qui mi è scesa la lacrima dall’emozione ed ho iniziato a ridere anch’io ricordando la tua espressione euforica quando ti hanno estratto dalla Soyuz).
Grazie davvero del privilegio di avere condiviso Tante Tue emozioni insieme a noi
Best of Luck Maggiore Parmitano ,
daniela m.
J’adore tes criés du cœur, il y a des expériences trop fortes, tellement exceptionnelles.
La chance de pouvoir les partager avec passion c’est royal ! Luca
Maintenant est de savoir se que Tu en feras. Non ?
Wao ! É un racconto che lascia proprio senza fiato, quello che ci hai regalato stavolta.
Noi eravamo lì, con te, in quei momenti, attraverso gli aggiornamenti di Kathy, le dirette dei vari siti web, e di rainews24.
Preoccupati, come lo si può essere per uno di famiglia.
Un bravo ragazzo che si è presentato a noi in modo umile e piano piano ci ha resi partecipi di tutti gli aspetti di un’avventura particolare.
La prima volta che ti commentai il blog ti dissi che le tue avventure erano meglio di qualsiasi altra serie televisiva.
Ora che è finita la prima serie, possiamo dunque sperare in quella seguente ?
“Ora sono tornato. Nulla è cambiato – nulla sarà mai uguale.”
È l’incipit del nuovo brano sul blog ?
Luca, le emozioni che si provano nel leggere il tuo racconto sono fortissime…grazie per la tua unicità!!
bentornato!!
a presto
No amount of watching hours of YouTube videos of the Soyuz could possibly convey what you said in a few words. Thank you for taking me there with you – and welcome back to earth!
“Forse non sarò mai veramente pronto a lasciarla. Forse non l’avrò mai veramente lasciata.”
Mi sono dovuta fermare di leggere…
Dopo 17 gg mi ritrovo qua con tutto il carico emotivo di quel momento.
L’emozione di quella sera/notte credo che sia irripetibile e, a quanto pare, sempre viva. La giusta definizione per descrivere come mi sentivo è: tristemente felice. Triste perché si stava chiudendo un capitolo importantissimo, anche per me stessa, e felice perché finalmente avresti riabbracciato i tuoi cari. Il momento dei saluti, vederti salire nella Soyuz e la chiusura del portello, è stata la fase critica: lacrimoni a fiumi, che non puoi immaginare. Trasformata poi in ansia durante il distacco, la discesa, e fino a quando non ti hanno tirato fuori (minuti interminabili). A quel punto sono passata alla gioia estrema: il nostro “SuperEroe” che ancora una volta si mostrava per quello che era. 🙂 Nonostante fosse la tua prima volta, ed una 500 contro un Tir non è proprio il massimo della vita, in cuor mio e conoscendoti, ero certa che saresti uscito col sorriso, altrimenti non saresti stato tu. Sei una forza della Natura! Eri il ritratto della felicità. Un sorrisone enorme, raggiante, carico, prontissimo per fare una maratona… “quanto sei Grande!” è quello che ho pensato. E per un attimo mi sono messa nei panni dei tuoi genitori, vedendo il loro figlio in che modo aveva concluso la sua missione: così come l’aveva iniziata… con quanta forza, grinta e felicità. Stavi ancora sognando, e si vedeva. Mi sono sentita immensamente orgogliosa io che sono un minuscolo puntino sparso nel mondo, figuriamoci la tua famiglia. Unico e Speciale, te lo dirò sempre.
Chapeau! Ancora una volta.
Tornando ad oggi, è una gioia rileggerti, e questo post è da incorniciare, complimenti Lù! Una descrizione più reale, perfetta ed accurata non potevi fare. Sai qual è l’unica cosa che manca, leggendo? La tua voce. Che si sentiva da dentro la Soyuz, ed arrivava nei nostri cuori… rimasti svegli, e palpitanti, in quella notte indimenticabile. :’)
Posso abbracciarti ancora una volta? (vado ad asciugare gli occhi, non ero preparata) 😉
“¿Qué es la vida?
Un frenesí.
¿Qué es la vida?
Una ilusión, una sombra, una ficción;
y el mayor bien es pequeño;
que toda la vida es sueño,
y los sueños, sueños son.”
Calderòn de la Barca .- (La vida es sueño)
Bell’atterraggio Luca!
Una volta ancora come Buzz Lightyear e Woody…
Tu che ti impegni e io qua a prenderti in giro… Ma anche questa volta, caro Luca, mi costringi a ripetere con convinzione il mio mantra: “Questo non è @Volare ! Questo è Cadere con Stile!”. Anzi… Con Italian Style!
Alla prossima, Guerriero!
Luca,
Tu es l’astronaute le plus génial pour moi et l’ISS, une magnifique construction humaine, la 8 eme merveille du monde, attendait ton arrivée.
Elle t’aura laissé partir, c’est qu’elle n’était pas été déçue.la fuite d’eau dans ton casque me perturbe encore.
En faite, je suis d’accord avec Max ‘-))) et
Tu as un don pour l’écriture
Merci Professeur
Ciao Mitico 🙂 una calma e palpitante emozione.. ho seguito la sera della partenza osservandoti e realizzando che il bagaglio immenso di quest’esperienza non poteva essere malinconico, le perdite non sono il mio forte ma razionalmente ho realizzato che è vero,tutto questo non potrà finirà mai ,ciò che arricchisce non finisce ,continua dentro di te con nuova vita..il racconto della discesa è talmente portante che sento la discesa e il tuo respiro che ferma il mio fino alle lacrime ,che grande cosa hai vissuto ..quanto ci hai donato facendoci toccare note che vibrano nel profondo ,assopite dalla realtà , no.. non è finita ,non finirà! si leggeva nei tuoi occhi da quando ti sei guardato attorno i primi istanti a terra ..neanche per me ,questo non credo sia un sogno Luca, solo tu sai la ricchezza che hai avuto ,tu e la tua famiglia che ti vive, una parte della tua vita nella quale hai permesso di farti vivere attraversandoti , resterà scolpita la gioia ,quei momenti nei quali mi sono persa nelle parole nelle tue azioni,nel tempo..il più bel viaggio sul cuore ..e non ne voglio solo uno eh! ..;) – (scusami se a volte sono stata eccessiva ,ma le emozioni a volte stordiscono la razionalità ) un’abbraccio…
Grazie, Luca!
Era proprio il racconto che aspettavo. 🙂
Bellissimo.
Mi hai fatto vivere un po’ del tuo rientro, incredibile.
73 de IW5CPM
Luca,con il tuo racconto ricco di particolari tecnici,personali,emotivi,accarezzi la mia curiosita e la sensibilita.spero un giorno di poterti conoscere personalmente,per poterti esprimere la mia grande ammirazione,commozione, riconoscenza per tutto cio s cui mi hai fatto ci farai partecipe.Un grande grazie verso un grande uomo simbolo vero della ns nazione.un grande abbraccio a te a katy ai tuoi bimbi.
Con affetto
Miriam D’Alfonso
Faenza Ra.
Non vedevo l’ora di leggere il tuo rientro…che belle emozioni Luca!
Parabéns pela missão de extrema relevância para todos os povos. obrigado
Thank you so much for all your blog entries. I was impressed by all of them as they brought me into your experience. This one, which brought us into leaving the station and landing in the Soyuz, was very special. It would be hard to leave a place where every view is so wordlessly incredible, you are doing such worthwhile work, and, maybe best of all, you can fly. Thank you for sharing.
Ho letto tutto in apnea, mamma mia che emozioni ci hai regalato, quest’ultima particolareggiata cronaca è affascinante, non smetterò mai di ringraziarti, è stata un esperienza indimenticabile per me che leggevo e seguivo ogni tuo giorno nello spazio, posso solo immaginare le tue sensazioni vissute in prima persona, saranno state davvero straordinarie, stupende! Grazie Maggiore Parmitano Orgoglio Italiano! alla prox 😉
Wow, a great account of what you experienced! I could see the joy on your face when you were extracted from the Soyuz, you looked like you had had the experience of a lifetime, in all sorts of ways. thank you for sharing with us.
Nessuno di noi, dopo aver vissuto con te i sei mesi nello spazio, sarà più lo stesso. Aspettavo che scrivessi qualcosa sul ritorno ed è stato emozionante e commovente. È come quando , da ragazzini, finivano le vacanze estive, e sentivi quella sensazione di malinconia e nostalgia che ti attanagliava lo stomaco e il cuore. Grazie
Seja bem vindo a terra!!!
Feliz 2014!!!
Che dire…hai completato il quadro con il tassello mancante!!!
Ricordo bene quella notte, tanti sentimenti hanno pervaso la mia mente mentre seguivo con mio marito, in intenso contatto con i miei amici del web, conosciuti grazie alla tua pagina fb, tutti i passaggi del tuo rientro a casa.
Ho provato emozione, curiosità, ansia, paura e, alla fine, tanto tanto sollievo… è stata una lunga notte ed ora so che dall’altra parte anche voi, anche se in maniera differente, avete vissuto gli stessi sentimenti!!!
Grazie di cuore per aver condiviso con noi tutta questa avventura, grazie per questa “confidenza” finale… il sorriso di cui parli nel tuo racconto è lo stesso che avevi quando finalmente ti hanno estratto sano e salvo dalla Soyuz… quei minuti ci sono sembrati infiniti, eravamo in ansia e preoccupati come se lì dentro ci fosse il più caro membro della nostra famiglia… Maggiore sei diventato uno di famiglia per tutti noi e sarà un piacere poter continuare a seguirti nel tuo lavoro.
Un grazie particolare va a Kathy, grande donna, che ha voluto condividere con noi i momenti successivi al tuo rientro e della riabilitazione.
Grazie di esser stato il mio “amico tra le stelle”, grazie di essere l’uomo semplice che sei, un grande Italiano!!!
Ciao Luca, con affetto e stima,
Isabella ^_^
Che emozione risentirti finalmente, col tuo stile ironico e entusiasta! Ho rivissuto ogni momento della tua/vostra discesa con la stessa dose di curiosita’ e paura e una buona dose di preghiere. Luca lo ripeto: sei entrato nella nostra vita e ormai ne farai parte per sempre, come un vecchio amico che abita lontano….in un altro pianeta. 😉
MAGGIORE
Nel leggerla, provavo emozione, invidia bonaria, entusiasmo, vita…………
Ci ha fatto vivere ogni giorno di questi 6 mesi, con fotografie stupende, parole mirate e intense, collegameneti e commenti di Noi…….che dal basso potevamo solo provare ammiraione, nelle sue immagini, nel vederla passare silenziosa nella notte, a bordo della ISS, pensado che una parte di Noi, il Cuore ……quello Tricolore, volava alto……….insieme e grazie a Lei.
Con un pò di patriottico egoismo le chiedo………Perche non scrive un diario di bordo, in data stellarre da ……..a……
Con la sua esperienza comunicativa, visiva e emozionale, di sicuro………non smettera mai di farci entusiasmare.
Con questo ……..da Ex Aviere, ma con il cuore sempre legato all’aquila dell’Aeronautica Militare, le dico………..Grazie…….per averci regalato questa magica avventura.
Bentornato a casa…..con una stella nel cuore in più
Menichetti Mauro
emozioni a non finire…
grazie per averci regalato quest’altra perla…
dovresti scrivere un racconto dall’inizio alla fine… magari si che verrebbe fuori una bella sceneggiature per un bel film! (altro che Gravity!!!! )
con tutto l’affetto che provo e la stima che non smetterò mai di sentire per Te e per il tuo lavoro ti abbraccio forte…. non lasciarci soli.. continua a stare con noi!!! ormai sei uno di famiglia!
Ciao Grandissimo! hai raccontato il tuo rientro in modo molto tranquillo e pacato, credo in tanti lo aspettavamo. Comunque io personalmente ti ho seguito insieme ad un gruppo di amici/che ed eravamo col cuore in gola. Ringraziando sempre a Kathy che ci ha informato di quel che succedeva, abbiamo vissuto un’avventura unica con momenti di ansia, stress ma credimi quando sei uscito con quel sorriso ci hai fatto proprio felici, io personalmente piangevo come una fontana perché eri vivacissimo. Rimarrai sempre nei nostri cuori come una persona di famiglia, grazie ancora per la tua disponibilità ed a questo punto un bacio alla tua più stretta collaboratrice.
No comment. Thanks Luca……..
Ciao Luca e ben tornato con il tuo Blog. Leggere la descrizione così estremamente dettagliata del rientro procura veramente gioia e grazie alla tua spiccata capacità narrativa, chi legge si può sentire coinvolto e partecipe e davvero tutto questo non è affatto poco!
Il peso che ti sei sentito addosso al momento dell’ingresso nell’atmosfera mi scatena mille domande e contemporaneamente mille riflessioni, persino di tipo filosofico ed esistenziale.
La vita sulla Terra è peso, mentre la vita nello Spazio no, semplificando al massimo ovviamente.
Ma il particolare che veramente colpisce e che contemporaneamente riesce a spiegare tutta questa tua ( ma anche vostra, in riferimento ai colleghi) avventura spaziale è racchiusa e custodita in un’unica riga :
“Forse non sarò mai veramente pronto a lasciarla. Forse non l’avrò mai veramente lasciata.”
In questa tua riga c’è tutto il tuo amore per lo Spazio e per il volo.
Ti hanno chiesto mille volte se la tua, lassù, potesse essere un’esperienza vivibile per tutti. Sebbene io non sia te, mi permetto di dire che non può essere un’esperienza per tutti, perchè può essere un’esperienza che si può fare solo con l’amore di farla e solo così si può sopportare la fatica, il rischio e ritornare a casa con e dentro un grande sorriso.
Ho seguito con estremo interesse il tuo rientro seguendo, più o meno, il commento in inglese degli avvenimenti che si succedevano. Avevo assistito ad altri episodi “spaziali” come il rientro della navetta americana su siti della NASA, attraverso programmi per radioamatori ma senza provare mai l’emozione forte del tuo volo di ritorno.
Il racconto letto adesso, così semplice e intenso ha rinnovato quelle ore in pochi minuti e tutto è andato a posto come in un puzzle, perchè visto da fuori è un conto, VIVERLO da dentro è tutta un’altra cosa. E questo caro Luca sei stato capace di fare, farci vivere le tue stesse emozioni. Grazie.
Forse non sarò mai veramente pronto a lasciarla. Forse non l’avrò mai veramente lasciata.
Caro Luca, dopo pochi giorni dal tuo ingresso sulla ISS , confesso di avere pensato che tu avessi qualcosa in più. No, non per questioni patriottiche, ma in te era evidente in ogni tuo movimento,in ogni tua parola, in ogni tua espressione, che tu eri nato per essere li e che la ISS stava solo aspettando te.
Sono convinta che anche lei abbia sofferto il momento del distacco da te.
( io, al contrario tuo, l’ho vista, ed era triste )
Ti ho seguito per tutto il viaggio, un po’ in ansia, ma sicura che stesse andando tutto come doveva essere. Per assurdo, il momento più stressante e’ stato in quei minuti, eterni, nel’ attesa di vederti fuori dalla Soyuz.
Oggi, leggo una frase che , come fanno sempre le tue parole, da’ voce alle mie sensazioni:
Il senso di abbandono nel chiudere la copertina di un libro ( aggiungo Che hai vissuto appieno), aspettando di aprirne uno altrettanto coinvolgente.
In effetti, Luca, non è cambiato niente quaggiù ,ma nulla sarà come prima perché le esperienze servono apposta, per imparare, crescere e guardare avanti.
Questa e’ stata una straordinaria esperienza per te, ma permettimelo un poco, solo un poco, anche per me.
Sorridi sempre Luca 🙂
Bentornato a casa.
Grazie Luca, sei un maledetto MITO.
Rappresenti esattamente l’antitesi di questa italietta retrograda e incapace di autodeterminarsi. Come se non bastasse, scrivi pure bene.
Spero d’incontrarti un giorno e manifestarti il mio autentico apprezzamento.
Importantissimo: continua la tua opera di divulgazione nelle scuole, è assolutamente fondamentale coninvolgere e ispirare le nuove generazioni. Il futuro dell’umanita’ è nello spazio, costruiamolo partendo da una rinnovata consapevolezza. Ogni bene, fratello.
Bentornato a casa, Luca. Il tuo racconto è stato appassionante e commovente. Un abbraccio a te e alla tua famiglia.
Wow. Great post. Love the detail and the descriptions of how you felt. I really enjoy following all the stories and information you provide us along with the insights into your thoughts and feelings about it.
Thanks for this brilliantly vivid description, have shared on fb..EVERYONE should see it! How we do make progress, peacably.
Luca….leggero’ questo racconto – piu’ volte perche’ seguendoti live dal Australia – appena operata …ho rifiutato di perdermi….il tuo rientro…pregando al sicuro rientro…con il cuore in gola come una mamma che aspetta ad abracciare suo figlio….si perche’ per noi sei figlio, fratello, marito, papa’ insomma – un estensione di noi e piu’…mi ricordo l’aniseta’ del rientro…la discesa….e finalmente i paracatuti aprirsi…seguendo le spiegazioni dalla NASA….e poi finalmente il polverone…confermado l’atterraggio…pensai..Dio mio…che tonfo….aspettare ansiosamente l’apertura dello sportello…vedervi emergere come un re birth – con il celo cosi limpido e per voi i primi raggi di sole…pensando ” ma forse servirebbero occhiali protettivi…..Karen in fatti dopo un po’ li porto…alla fine vederti venire fuori ultimo….e pensado …. Fantastico Italiano …pieno di spirito….di gioia…di energia….capendo …. queste missioni …e rispettando immensamente…questi studi…… ma non so perche’ per me – e’ stata una gioia immensa saperti – nelle braccia dei tuoi cari – e immagino – la colmita’ di tutto cio’ – I wish you and your family amazing things – Life will never be the same again…You have gained 1,000000 of fans and extended family Ciao Luca – Grazie
Un bellissimo racconto, grazie !
73 de Ale IW3SGT
Orgoglioso di essere ed avere un siciliano come te! Hai reso unica la nostra terra e hai portato la nostra sicilianità nell’universo. Grazie dei tuoi racconti grazie delle tue foto grazie dei tuoi esperimenti e grazie di esistere. Spero un giorno di incontrarti e prendere un caffè con te nella nostra terra che ancora una volta sforna persone fantastiche.!
Grazie Luca per aver raccontato questa bellisima avventura, ha stato como leggere un libro che mentre si continua a leggere più emozioni si sente, è come sognare vivendo per un momento tutta questa linda esperienza en 3D ma sempre nella mia imaginazione….. mi ha colpito tutte le tue fotografie dicendo dove si trovano sono certa que queste viaggio me permetterà raccontare a miei nipote in lingua Spañola……..grazie per tutta le emozione che ci hai regalato…….
great, a big story, tanks luca
Se non fossi un astronauta, potresti fare lo scrittore, riesci a descrivere cose così tecniche e renderle poesia !
Ho seguito in diretta streaming tutta la fase del rientro ed è stata un’emozione indescrivibile, unica, che porterò per sempre con me, e che mai dimenticherò. Mi hai dato tanto in questi mesi, e te ne sono grato… Nutro nei tuoi confronti profonda stima, ammirazione, gratitudine, rispetto, amicizia e affetto per tutte le immense e indescrivibili emozioni condivise con noi in questi ultimi 6 mesi.
Sei un uomo straordinario… Questo tuo racconto, farà parte della mia “collezione” di emozioni e sensazioni.
Vederti uscire da quel che restava della Soyuz, con il sorriso, è stato incredibile. Mi sono commosso come un bambino.
Ti voglio un gran bene!
Grazie di cuore Luca!!
Mamma mia che bello. Hai spiegato tutto con semplicità, trasmettendo emozioni e dettagliati particolari come se avessimo vissuto questa esperienza li con voi. Grazie ancora di nutrire i miei sogni ogni giorno.
Fabio Talamo
Grazie ancora una volta per averci fatto provare anche questa emozione, quasi come averlo vissuto.
P.S. il “romanzo” ci starebbe tutto, a te la decisione (secondo me, scritto a “caldo”, senza aspettare troppo, verrebbe meglio).
Grazie ancora per averci fatto provare anche questa emozione, quasi come averla vissuta.
A quando il libro?
Grandiose le sensazioni che mi hai regalato con il racconto del tuo rientro, emozione, ansia paura e gioia, un miscuglio incredibile, perchè mi è sembrato di essere proprio con te nella navetta. Ora sei con la tua famiglia e penso che sia per te la cosa più bella, ma trovi comunque un po’ di tempo anche per noi r te ne siamo immensamente grati: “Ora sono tornato… Nulla è cambiato – nulla è come prima “, e anche noi lo diciamo perchè pensavamo che non ci potessi più dedicare il tuo tempo, ma tu sei veramente troppo GRANDE.. Grazie Luca e un abbraccio anche alla tua famiglia
Ciao 🙂 , sai cosa non capisco ancora ? Del perché leggendo alcune cose io mi dica : ma é davvero realtà ? Forse perché fin da bambina ho sempre vissuto questi racconti leggendo libri di Isac Asimov , e vedendo film di fantascienza , quindi non rendendomi conto che comunque 33 anni da quell epoca sono passati , ed effettivamente quel futuro che si sognava é proprio questo presente … Ora invece vorrei farti una domanda :
Ma secondo te la fase dell atterraggio con il paracadute , rispetto “al tutto” dei voli spaziali , non é una manovra ancora molto “primitiva” ?
Un abbraccio a te e al tuo equipaggio terrestre (Stella, Stelline e Max) :-)))
Samantha
da qualsiasi parte ci giriamo Luca ci manca, ci mancano le emozioni , le condivisioni, ed il suo contagioso sorriso ..ancora grazie Luca
Devo dire che questo racconto è una degna conclusione (ma spero di cuore che questo sia solo l’inizio per te) di un sogno diventato realta. Un sogno, il tuo, che abbiamo imparato a fare nostro. Io che sono siciliano come te, so che vuol dire vivere di passione, con calore, qualsiasi cosa si fa. E tu ce lo hai mostrato attraverso i tuoi racconti (che dire dettagliati è poco, sembrava essere lì con te!!!), le immagini, tutto quanto ci ha fatto pensare ancora di più che noi siamo solo un puntino in una immensità che è l’universo. Ammirare le immagini della Terra da lassù mi ha fatto innamorare ancora di più del mio Pianeta.
Leggevo, tra i commenti, che qualcuno che si augurava che questi tuoi racconti potessi farli un giorno nelle scuole al tuo rientro in Italia. Sarebbe una cosa meravigliosa per i giovani riscoprire la bellezza di tutto quanto tu hai vissuto lassù in questi mesi.
Grazie ancora per tutto….sei un’orgoglio Italiano, e nessuno me ne voglia, sei un’orgoglio soprattutto Siciliano!!!
Alfio
Bonjour
Ce doit être la 3 ou 4 fois que je relis votre voyage de retour
Un bijoux.
On m’avait parlé de la pression exercé par la vitesse sur le corps, ( 5 G c’est juste énorme) et le temps de réadaptation à la gravité terrestre
Karen a posté un message sur son twitte
Très Heureuse de vous savoir en très bonne santé.
Ciao Luca, bentornato fra di noi, mi manchi tanto, mi piacerebbe tanto poterti stringere la mano, sentire direttamente da te il racconto del tuo viaggio nello spazio, spero che un giorno lo farai e mi renderai immensamente felice. Un abbraccio de ik5orq Ada
Ciao Luca, grazie infinitamente per questi fantastici racconti. Di solito sono un pigrone a leggere, ma questo tuo modo di scrivere in questa materia mi rapiscono e mi ci tuffo dentro. Sei un grande, 73′ Antonio 🙂
Grande Luca! Fantastico! Grazie.
Luca, per mesi ho spulciato la tua bacheca Facebook, ammirato i tuoi scatti e letto il tuo blog. E’ sempre sembrato essere li con te… è sempre stato emozionante “essere” li con te. Grazie di tutto! Spero questo sia per te (e per noi) solo un arrivederci allo spazio.
Grande Luca, bentornato sul tuo (nostro) pianeta Terra!!! 😀
Ciao Luca, grazie per il bellissimo racconto, mi piacerebbe tanto stringerti la mano, e un giorno forse lo farò e ne sarò molto felice.Fai buone feste con la tua famiglia un bacione alle tue bimbe e saluto caramente te e la tua signora. a presto Ada ik5orq
sei grande Luca, aspettavo proprio questo, la discesa e le emozioni.Grazie ciao!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
“I start the countdown in Russian”
Io lo immagino così: “5, 4, 3, 2, 1, поехали!”
che lettura splendida!!! sembrava di essere a bordo. Dovresti scrivere un libro. Grande Luca, sei un mito.
Parole più vive di un filmato. Complimenti.
Bravo on your mission and safe return. I am a science fiction writer and used that experience in my latest novel. I would love to send you a copy of the book. I think you would find it compelling. How can I send it to you? Here’s the link to my blog and the amazon site: https://mariomeallet.wordpress.com/